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Letta, la strategia anti logoramento: conflitto d’interessi anti Renzusconi

di Warsamé Dini Casali |24 Gennaio 2014 12:49

Letta, la strategia anti logoramento: conflitto d’interessi anti Renzusconi

ROMA – Letta, la strategia anti logoramento: conflitto d’interessi anti Renzusconi. Sembrava ormai perso in un cono d’ombra, silente di fronte all’accelerazione che ha imposto Italicum, la nuova legge elettorale, frutto dell’accordo separato Renzi-Berlusconi: Enrico Letta è tornato a parlare, basso profilo e toni pacati come nel suo stile, ma coltello dietro la schiena, per difendersi dal logorio costante cui è sottoposto dall’iperattività (e le critiche al suo Governo) del segretario Pd. Ha lodato l’impegno a far presto sulla legge elettorale ma sommessamente ha precisato che le liste bloccate non vanno bene, facendosi portavoce del malcontento di maggioranza (Ncd, Sc, e minoranza Pd) e sfidando Renzi che ha posto l’alternativa secca, prendere o lasciare.

Davanti alle telecamere ha glissato sulle differenze caratteriali tra i due leader del centrosinistra (“ognuno ha il suo”) ma in privato pretende che Renzi rispetti l’impegno assunto a firmare il “contratto di coalizione” (Renzi aveva solennemente detto a gennaio) un minuto dopo il primo sì alla Camera sulla legge elettorale (ai primi di febbraio), magari rafforzato da un Letta bis con i renziani dentro. Renzi agita l’arma del voto (“legge elettorale o fine della legislatura”), Letta, agita a sorpresa, quella del “conflitto d’interessi” da regolamentare una volta per tutte, per spezzare l’accerchiamento di quell’ibrido politico che Il Fatto Quotidiano riassume in “Renzusconi“.

A freddo, con calcolato distacco nel salotto televisivo di Lilli Gruber, Letta ha rispolverato la madre di tutte le campagne anti berlusconiane, tema sentitissimo a sinistra che a dispetto di un paio d’anni di larghe intese, come un fiume carsico, ogni tanto riaffiora. Insieme alle preferenze (ieri simbolo di politica clientelare e origine di ogni stortura), il conflitto d’interessi serve a puntellare il patto originario Renzi-Letta, e pazienza se suonano come battaglie di retroguardia ad alto tasso di pretestuosità: legge elettorale e governo Letta vanno insieme, se regge l’una, regge l’altro. Anche perché, il conflitto d’interessi sarà una carta bassa rispetto al poker d’assi vantato da Berlusconi, ma è utile a scoprire il bluff di Renzi: o il pacchetto legge elettorale completo (con abolizione Senato e riforma titolo V) o il voto dice il sindaco, ma con il proporzionale puro con chi andrebbe a governare?

 

 

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