ROMA – Enrico Letta giura: “La Service Tax sarà più bassa di Imu e Tares messe insieme e non sarà caricata sugli affittuari”. Il premier intervenuto in apertura alla festa del Pd di Genova ci tiene a sfatare le voci circolate immediatamente dopo il Cdm che ha cancellato l’Imu 2013. Nessuna nuova tassa su seconde case o inquilini è la promessa, e la Service Tax “rispetterà i criteri di equità e progressività”.
”L’Imu è una tassa iniqua e non progressiva, la Service Tax sarà più bassa e – specifica – non sarà caricata sugli affittuari contro i proprietari”. Letta risponde a chi come l’ex segretario Bersani, in mattinata gli aveva lanciato una stoccata: “Bisogna occuparsi degli inquilini, ma questo può farlo un altro tipo di esecutivo”.
Nessuna batosta fiscale in vista neppure per i proprietari dei circa 6,5 milioni di immobili “a disposizione”, le cosiddette “seconde case”. Palazzo Chigi lo aveva precisato in giornata con una nota, che smentiva le ipotesi circolate su presunte nuove tassazioni necessarie a coprire il buco del Dl che abolirà l’Imu 2013.
“Tali indiscrezioni – si leggeva nella nota – evidentemente si riferiscono a bozze circolate nei giorni scorsi e che non faranno parte del provvedimento che sarà in Gazzetta Ufficiale”. La nota del governo prima e le affermazioni di Letta poi, stroncano sul nascere qualsiasi polemica maturata attorno a un duro inasprimento del carico fiscale per i proprietari di case attraverso il ritorno della tassazione Irpef per gli immobili sfitti.
Il primo a parlare di “svista diabolica” era stato il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta: “L’ipotesi di colpire la casa di villeggiatura con un aumento dell’Irpef, più che una svista una proposta diabolica (e alquanto cretina). Quel cespite sarebbe, infatti, sottoposto a tre tipi di tassazione: l’aliquota standard, l’eventuale quasi certa maggiorazione decisa dal Comune ed, infine, un’ulteriore maggiorazione dell’Irpef”.
“Una tripla imposizione – infierisce Brunetta – che non ha precedenti nel diritto tributario italiano, che conosce, semmai, l’istituto delle sovrimposte. Vale a dire una maggiorazione dell’aliquota di base da applicare su una stessa base imponibile”. Sbeffeggiati pure i tecnici di via XX settembre: “La doppia imposizione sullo stesso cespite – fa notare Brunetta – ma con regole fiscali diverse, è stata bandita dal diritto internazionale: riproporla in chiave domestica è semplice follia. Va bene che una parte del Pd vuol colpire la piccola e media borghesia italiana – conclude – ma questa volta i tecnici del ministero dell’Economia hanno superato se stessi. Bravo Letta che li ha smascherati”.
Ma Letta da Genova ci tiene a precisare: “Noi avevamo la riforma dell’Imu nel nostro programma e rivendico che nell’accordo trovato in Cdm nella parte che scatterà dal primo gennaio 2014 è esattamente quello per cui il Pd ha fatto la campagna elettorale”.
Infine assicura il suo impegno: ”A questo governo darò tutto, il sangue e l’impegno ma – ci tiene a precisare – non è il governo per cui ho fatto la campagna elettorale”. Quando Napolitano scioglierà le Camere “farò campagna elettorale per un governo di centrosinistra”.
Guardando al futuro Letta afferma: “Noi dobbiamo ricreare l’agibilità del campo da gioco con la riforma della legge elettorale. Il porcellum è il diavolo tentatore ma noi non dobbiamo farci tentare. Noi siamo in questo casino perché abbiamo questa legge elettorale e due Camere con gli stessi poteri”.
Quanto al caso Berlusconi Letta non ha dubbi: “Non ci sono margini, la separazione tra il piano politico e giudiziario è necessaria”.
Tornando ai suoi, Letta si sofferma sulla separazione tra il ruolo di segretario e candidato premier: ”Non voglio entrare nelle vicende del congresso ma dico solo che serve un segretario che come primo compito si impegni a fare il segretario, è già un compito impegnativo”. E richiama all’unità democratica: ”L’unità interna è fondamentale: il Pd deve fare il congresso, un bel congresso, ma in cui alla fine siamo tutti uniti con un Pd forte”.
Infine, a chi gli domanda della candidatura di fatto di Matteo Renzi alla segreteria, Letta risponde con una battuta: “Chi pensa di dividere il partito tra un pisano e un fiorentino, si sbaglia”.
I commenti sono chiusi.