Enrico Letta e i grillini: l’autogol della diretta streaming

Pubblicato il 26 Aprile 2013 - 14:34| Aggiornato il 17 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “State andando fuori tema rispetto all’argomento dell’incontro”. Il clima della diretta streaming Letta-Cinque Stelle è stato in effetti, come ha notato Aldo Grasso sul Corriere della Sera, quello di un esame a studenti ripetenti. Con il professor Letta pragmatico, preparato e sovrastante, e i grillini nei panni degli studenti poco preparati, balbuzienti, persino poveri nella prosa e nell’esposizione. E così lo strumento della diretta streaming, ormai cifra distintiva del Movimento, si ritorce contro i suoi propugnatori in un goffo autogol. Apparsi fiacchi, persino inadeguati, davanti agli argomenti di Letta, giovane ma già politico di lungo corso. Nota Aldo Grasso:

La differenza con il precedente incontro in streaming con Pier Luigi Bersani è stata impressionante: Bersani sembrava intimorito e i portavoce del M5S se ne sono approfittati per umiliarlo. Letta, per quanto stanco e scoraggiato di incontrare un muro di gomma, ha mostrato subito di essere di un’altra pasta, di conoscere bene l’arte della mediazione, di essere assertivo quando occorre: «In questi sessanta giorni la forza che voi rappresentate, sia numerica che reale nel Paese, è entrata in Parlamento e non ha voluto partecipare alle decisioni assunte. Sarebbe frustrante se questa indisponibilità a mescolare idee e voti si protraesse». I portavoce del M5S (questa volta in formazione quattro più quattro, tipo Nora Orlandi) erano in seria difficoltà, non sapevano cosa rispondere, si rifugiavano nel politichese, s’impantanavano in formule astratte.

Giovedì sera due case sono state assalite da dubbi e inquietudini. Nella casa della Grillo & Casaleggio Associati si sarà discusso a lungo sulla performance di Crimi e Lombardi (da abbiocco collettivo, «scongelatevi» ripeteva loro Letta) e la voglia di cambiare i portavoce sarà stata grande. Nella casa del Partito democratico le lodi a Letta saranno forse risuonate anche come rimprovero a Bersani. Par di capire che il 25 Aprile non è morto, come vuole Beppe Grillo.