Enrico Letta ora pensa ad un rimpasto in autunno. Lorenzin al posto di Alfano?

Enrico Letta ora pensa ad un rimpasto in autunno. Lorenzin al posto di Alfano?
Enrico Letta ora pensa ad un rimpasto in autunno. Lorenzin al posto di Alfano?

ROMA – Dopo aver allontanato definitivamente le ombre del giallo kazako e posto al riparo il governo, Enrico Letta sa che non finisce qui. Prima del voto al Senato, che ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti di Angelino Alfano, il premier ha ascoltato il partito in tutte le correnti e ai dirigenti ha confessato l’idea di voler procedere ad un rimpasto in autunno. Che tradotto significa spostare Alfano dal Viminale ad altra ubicazione. Non lo ha fatto ora, quando le sue dimissioni avrebbero segnato la vita del suo esecutivo ma non lo esclude per il futuro. Un allontanamento più soft, come lo ha definito Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera, che non comprometterà i rapporti tra Pd e Pdl.

E infatti già si pensa a chi potrebbe sostituirlo al Viminale. La candidata più accreditata, al momento, è anche quella che piace di più ai rappresentanti del Partito democratico al governo: Beatrice Lorenzin, l’attuale ministro della Salute. «Cambierò qualche ministro debole», ha assicurato Letta al gruppo dirigente del Pd. Quindi il presidente del Consiglio ha aggiunto: «Dopo l’estate passeremo alla fase due: rimpasto e riforme».

Il segretario Guglielmo Epifani glielo ha fatto intendere: il partito può reggere fino a un certo punto. E neppure si può continuare a fare affidamento sul salvacondotto di Giorgio Napolitano che, anzi, a ogni stretta rischia di acuire il malessere degli esponenti del Pd che “ritengono di aver già dato il sangue a Mario Monti”. Questo il disegno di Letta: entro agosto un’accelerata sulle emergenze economiche e dopo l’estate le cose più importanti, rimpasto e riforme. Prima fra tutte la riforma elettorale, perché se è vero che questo governo per la sua natura ibrida e conflittuale “non può tirare a campare”, è vero anche che nessuno vuole tornare al voto col porcellum. In primis Napolitano che lo ha più volte fatto presente. Scrive ancora Meli:

 L’obiettivo, comunque, è il traguardo del semestre europeo. Se il governo arriva a quel giro di boa, a quel punto la strada è spianata fino al 2015, cioè fino alle elezioni regionali. A quel punto, dicono i lettiani di stretta osservanza, quelli che quotidianamente se la prendono con Renzi, «si può imboccare la ripresa e a quel punto, possiamo continuare con Enrico, o presentarlo alle elezioni come il nostro candidato premier…».

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