ROMA, 27 SET – Pdl contro Pd, Pd contro Pdl, aumento Iva da martedì. Sono gli esiti del drammatico Consiglio dei Ministri del 27 settembre. Il governo Letta è in crisi, per questo il premier ha chiesto un chiarimento in Parlamento (che ci sarà il 30 settembre o l’1 ottobre). Il Pd accusa il Pdl (“Non pensate al Paese”), il Pdl accusa il Pd (“Serve una soluzione sulla giustizia, è colpa del vostro antiberlusconismo”). L’unica cosa certa è che il decreto che doveva essere approvato in questo Cdm (quello che avrebbe fatto slittare l’aumento dell’Iva da ottobre a gennaio) è stato spostato a…dopo il chiarimento. Ma se il chiarimento si fa l’1 ottobre l’Iva nel frattempo aumenta.
Letta lo ha detto chiaro e tondo: la sospensione di provvedimenti ”anche rilevanti di natura fiscale e economica” è dovuta all’impossibilità ”di impegnare il bilancio su operazioni che valgono miliardi di euro senza la continuità dell’azione di governo”.
La prima indiscrezione trapelata da Palazzo Chigi è stata: “Non si può approvare la cosiddetta manovrina”. Almeno non prima del chiarimento in Parlamento. Il governo avrebbe dovuto discutere solo di aumento dell’Iva, ma èstata la prima occasione di confronto fra il premier Enrico Letta e il suo esecutivo dopo le dimissioni di massa annunciate dai parlamentari del Pdl, con tutte le reazioni che ne sono scaturite.
Angelino Alfano ha scaricato la colpa sul Pd: “Non possiamo stare in un governo che aumenta le tasse”, “Serve una soluzione sulla giustizia” perché “siete ossessionati dall’antiberlusconismo”. Franceschini e Fassina hanno replicato che per il Pdl giustizia “vuol dire Berlusconi” e così “si danneggia l’Italia”
Risultato: Letta vuole un chiarimento subito, se no non si può andare avanti. Con lui c’è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che alla fine del loro incontro nel tardo pomeriggio al Quirinale ha fatto subito sapere che
”C’è il pieno consenso di Giorgio Napolitano sul percorso che il presidente del Consiglio gli ha rappresentato intendendo seguirlo in sede di cdm questa sera e, successivamente, a breve, in sede di Parlamento”.
Così Napolitano sposa la linea Letta con un chiarimento che, fanno filtrare i due, avverrà in Parlamento all’inizo della prossima settimana. Chiarimento che chiedono anche i ministri del Pd. Mentre dal Pdl non arriva nessun dietrofront, anzi: chiarimento sia, purché si parli anche di Giustizia. Ovvero del caso Berlusconi.
Nella maggioranza che sostiene il governo di larghe intese ci dovrà essere “un chiarimento, presto, senza se e senza ma”: aveva detto – rivolto soprattutto al Pdl – il premier Enrico Letta negli incontri che ha avuto nelle ultime ore con tutti i leader dei partiti che sostengono la maggioranza, compreso Mario Monti.
Letta ha annunciato che vuole procedere verso un chiarimento, che tradotto dal politichese potrebbe voler dire un voto di fiducia sul governo.
Dei modi e dei tempi di questo chiarimenti Letta ha parlato con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, col quale si è riunito al Quirinale per circa un’ora e venti a partire dalle 18.
In precedenza Letta ha incontrato tutti i rappresentanti dei partiti che lo sostengono, a partire da Dario Franceschini che alle 18.30 ha riferito le intenzioni di Letta agli altri ministri del Pd.
All’ora di pranzo il premier ha incontrato il vicepremier Angelino Alfano, per capire cosa vuole fare Berlusconi. Ai due si è unito il segretario del Pd Guglielmo Epifani.
Poi intorno alle 17 Letta ha incontrato suo zio Gianni a Palazzo Chigi, per dettare a Berlusconi le sue condizioni per restare alla presidenza del Consiglio senza che il Pdl-Forza Italia minacci di farlo saltare un giorno sì e l’altro pure.
Sceso dal Quirinale, Letta è arrivato in orario a Palazzo Chigi dove alle 19.30 era stato confermato il consiglio dei Ministri che fra gli altri temi dovrebbe discutere dell’aumento dell’Iva.
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