ROMA – Lo chiama il “governo di servizio”. Enrico Letta, presidente del Consiglio incaricato accetta con riserva e fa sua la fretta di Giorgio Napolitano. “Serve un governo subito, senza non si può continuare”. Ma il governo “non nasce ad ogni costo” ammonisce subito Letta. Messaggio a Berlusconi e a tutti gli altri, compresi gli esponenti del suo partito.
Letta quindi ringrazia Giuliano Amato (il favorito della vigilia) e Matteo Renzi. Li definisce “due toscani come me” e ricorda: “Potevano esserci loro al posto mio. Li ringrazio per le loro parole, il rapporto tra noi sarà molto utile per aiutarmi individuare le parole giuste da rivolgere al Paese e per dare un programma utile al Paese”.
“Ho ricevuto l’incarico e l’ho accettato con riserva secondo la formula di rito” esordisce Letta, che, subito tradito dall’emozione, racconta di aver ricevuto la telefonata solo questa mattina. Ma sbaglia e parla di una telefonata ricevuta dal presidente del Consiglio invece che da quello della Repubblica.
Il primo pensiero di Letta è al lavoro e alla crisi: “Mi metto in questo impegno con grande determinazione perché il Paese ha bisogno di risposte”. Letta parla del “paese che soffre”, del “lavoro che non c’è” delle imprese che chiudono a ai giovani che vanno all’Estero.
Per il premier incaricato servono risposte da una politica che torni ad essere credibile. “Metto e metterò grande impegno a far sì che da questa vicenda possa uscire una politica italiana diversa attraverso riforfme Costituzionali, per ridurre il numero di parlamentari, per superare il bicameralismo, per cambiare la legge elettorale”. “Mi appello alla responsabilità di tutte le forze politiche. Parlerò con tutti, perché serve l’aiuto di tutti per queste riforme”, aggiunge il presidente del Consiglio incaricato.
Consultazioni domani. “C’è bisogno di risposte immediate. Svolgerò nella giornata di domani le Consultazioni e spero di tornare n0e più bbreve tempo possibile dal Presidente della Repubblica per sciogliere la riserva”.
Elezioni? Non ce le possiamo permettere. ”Se si rivotasse ora – spiega quindi Letta – l’effetto blocco sarebbe uguale a quello attuale e non ce lo possiamo permettere. Ecco perché faccio un appello alla responsabilità di tutte le forze politiche in Parlamento perche’ facciano tutte insieme quelle riforme necessarie come la riduzione dei parlamentari e la legge elettorale”
I commenti sono chiusi.