Bersaglio Equitalia: nel 2011 167 fra minacce e attentati

ROMA – Tra crisi e sprechi, tra privilegi e casta, la rabbia di certi italiani continua a prendere di mira Equitalia: solo nella giornata di oggi, 5 gennaio, sono state prese di mira le agenzie di Caserta, Livorno e Casarano, in Puglia.

Buste con proiettili, minacce, volantini di protesta, in casi precedenti anche uova o sassi contro le finestre, fogli di carta igienica, bottiglie con liquido infiammabile, addirittura un pacco bomba.

Nel 2011 sono state 167 le azioni dimostrative contro la società incaricata della riscossione dei tributi, 43 in dicembre, 11 solo in questi cinque giorni di 2012. A commetterli un’ampia gamma di italiani: consumatori arrabbiati, estremisti di destra, anarchici, indignati, agricoltori sull’orlo della disperazione.

E se la politica è insorta unanime contro le affermazioni di Beppe Grillo, che sul suo account Twitter invitava a “capire le ragioni, oltre che condannare la violenza”, in passato erano stati gli stessi partiti all’epoca di governo a schierarsi contro Equitalia.

In maggio il Popolo della Libertà aveva raccolto i suoi sostenitori sotto la bandiera del “No Equitalia Day”, in giugno era stato il leader della Lega Nord Umberto Bossi, dal palco di Pontida, a chiedere che venissero messi dei paletti all’azione della società.

Il presidente Attilio Befera ha sottolineato nei giorni scorsi che  ”I 120 miliardi di euro di evasione possono aumentare se il punto terminale della lotta all’evasione viene indebolito, perché indebolisce tutta la filiera”, intendendo naturalmente come punto finale Equitalia.

Eppure proprio due parlamentari, il deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio e quello dell’Udc Mauro Libé chiedono di rivedere le pratiche di riscossione dei tributi.

 

 

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