Eutanasia legale, da oggi referendum e leggi popolari si possono firmare anche online: Marco Cappato soddisfatto

Da oggi (giovedì 12 agosto) i referendum e le leggi di iniziativa popolare si possono firmare online e non solo ai gazebo. A partire da quello sull’eutanasia legale che è in corso e promosso, tra gli altri, dall’associazione Luca Coscioni.

Ad annunciarlo è l’associazione guidata da Marco Cappato che rivendica la novità insieme a Mario Staderini, ex segretario dei Radicali. La battaglia battaglia politico-giudiziaria è durata due anni. La svolta è arrivata con un emendamento approvato negli scorsi giorni all’unanimità dalle commissioni Affari costituzionali e Ambiente. L’emendamento prevede che la raccolta firme per i referendum on line possa avvenire tramite identità digitale (Spid) e carta d’identità elettronica.

Referendum, al via il voto digitale tramite spid e carta identità elettronica

In attesa del piattaforma governativa che sarà pronta da gennaio 2022, l’associazione Coscioni lancia la propria piattaforma in vista del referendum sull’eutanasia che entro il 30 settembre dovrà raccogliere almeno 500.000 firme.

Addio dunque agli storici banchini sparsi nelle città,  tradizione nata negli anni Settanta in particolare grazie all’iniziativa politica di Marco Pannella ai tempi dei referendum sul divorzio e l’aborto. 

Legge eutanasia, Beppino Englaro: “Il caso di Eluana fu autodeterminazione terapeutica”

E a proposito della legge che si vorrebbe far approvare tramite referendum, La Stampa intervista Beppino Englaro, il padre di Eluana, la ragazza rimasta in stato vegetativo per 17 anni: “È stata la stessa Cassazione a dirlo, il caso di Eluana non è eutanasia, ma autodeterminazione terapeutica. Che poi è stata finalmente riconosciuta in una legge che, con sintesi giornalistica, chiamate Testamento biologico, che in realtà prende il nome di ‘disposizione anticipate di trattamento. Tutto parte dalla libertà di autodeterminarsi espressa dalla legge e quindi dalla forza di Eluana”. 

Beppino Englaro prosegue: “Grazie alla forza di Eluana oggi l’opinione pubblica è informata e i promotori del referendum non si troveranno davanti a quel deserto che abbiamo affrontato noi”. 

La storia di Eluana Englaro

Englaro ripercorre la storia di sua figlia e il calvario prima della sentenza. “Non si poteva accettare la scelta semplice che ha fatto Eluana: ‘Lasciate che la morte accada. Ce ne siamo accorti già al primo colloquio con il responsabile della rianimazione a Lecco – racconta – abbiamo chiesto di dialogare, esprimendo le volontà di nostra figlia, dal momento che non aveva più voce”.

E aggiunge: “Sono serviti 6233 giorni perché una sentenza affermasse quello che noi abbiamo detto a quel primo colloquio. Siamo andati da medici, giudici, accademici: niente. Eravamo cani randagi che abbaiavano alla luna”.

Secondo Englaro “prima solo chi cascava dentro a queste situazioni sapeva, ed è il caso di Eluana, un anno prima del suo dramma. Oggi l’opinione pubblica è informata e molto evoluta, sicuramente più della politica. E le file ai banchetti lo dimostrano”.

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