X

Expo, arriva il decreto: i “super poteri” per il commissario Raffaele Cantone

di admin |19 Maggio 2014 9:19

Raffaele Cantone (Foto LaPresse)

MILANO – Poteri speciali a Raffaele Cantone sugli appalti e le forniture dell’Expo. Il nuovo mini decreto sarebbe in arrivo dopo le elezioni europee del 25 maggio e porterebbe nuovi poteri al pm dell’anti-corruzione che avrà il compito di vigilare sugli appalti e sul completamento dei lavori per l’Expo 2015.

Dino Martirano sul Corriere della Sera riporta le parole di Andrea Orlando, ministro della Giustizia:

“«In tema di criminalità economica e criminalità organizzata, che sono ambiti sempre più difficilmente distinguibili, ci vuole una regia unitaria del governo. Un tavolo unico per delimitare un quadro di riferimento complessivo per il falso in bilancio e l’autoriciclaggio. Ma bisogna anche avviare una riflessione, che magari non sarà contemporanea al primo provvedimento, sui tempi del processo. Va affrontato una volta per tutte il nodo della prescrizione: è inutile girarci intorno, continuando a ragionare sulla pena massima edittale finalizzata ad evitarla, quando il punto è riorganizzare il sistema dei tempi del processo, anche sulla base del lavoro svolto da varie commissioni ministeriali».

Più uomini, mezzi e poteri per Cantone, ma potrebbe non esserci la revoca degli appalti, scrive Martirano:

“È scontato, però, che nel decreto non ci sia alcun riferimento al potere di revoca degli appalti sul quale lo stesso premier ha detto che bisogna andarci con i piedi di piombo («Va verificato dal punto di vista amministrativo»). Mentre in chiave di prevenzione, Cantone otterrà più poteri per l’accesso preventivo alle informazioni: sul piano del coordinamento, precisa il ministro Alfano, «dobbiamo mettere in squadra prefettura, forze dell’ordine e Anticorruzione»”.

Se il decreto sarebbe in arrivo, per gli altri reati i tempi saranno più lunghi:

“Sul reato di autoriciclaggio, che dopo anni di discussioni punirà chi reinveste denaro frutto di altri delitti, il governo aveva già scelto la linea dura con il ddl Orlando che, però, è fermo da quasi un mese a Palazzo Chigi. Ora l’articolo 2 del testo (reclusione da 3 a 8 anni) potrebbe essere stralciato e veicolato come emendamento al testo base anticorruzione del Senato (relatore Nicola D’Ascola del Ncd), che è più soft perché prevede che scatti l’autoriciclaggio solo in presenza di un danno alla concorrenza e ai mercati”.

Potrebbe essere ripristinato anche il falso in bilancio:

“E qui il governo potrebbe intervenire sul testo del Senato per alzare la pena per falso in bilancio (attualmente prevista da 1 a 4 anni, sotto la soglia per far scattare custodia cautelare e intercettazioni)”.

 

Scelti per te