Per Gasparri la multa di 7 milioni a Facebook è un segnale contro l’arroganza dei giganti della rete
“La multa da 7 milioni di euro dell’Antitrust a Facebook per l’uso dei dati degli utenti è un segnale positivo nella lotta allo strapotere e all’arroganza che i giganti della rete continuano ad avere nei confronti del mercato, del fisco e appunto della privacy degli utenti. “ ha detto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.
L’Autorita’ Antitrust ha infatti sanzionato Facebook Ireland Ltd. e Facebook Inc. con una multa da 7 milioni di euro per non per non aver ottemperato alle indicazioni di rimuovere la pratica scorretta sull’utilizzo dei dati degli utenti e non aver pubblicato la dichiarazione rettificativa richiesta dall’Autorità
Facebook non ha eseguito le indicazioni contenute nel provvedimento emesso nei loro confronti nel novembre 2018.
“Bisogna proseguire su questa linea– ha detto ancora il senatore forzista- ed esigere quanto dovuto anche a livello fiscale in Italia.
Lo si deve al Paese e a tutti i commercianti già ampiamente tartassati e che oggi stanno affrontando una crisi economica e sociale senza precedenti”, ha concluso Gasparri
Con questa decisione, “l’Autorità aveva accertato che Facebook induceva ingannevolmente gli utenti a registrarsi sulla sua piattaforma non informandoli subito e in modo adeguato -durante l’attivazione dell’account- dell’attività di raccolta, con intento commerciale, dei dati da loro forniti e, più in generale, delle finalità remunerative sottese al servizio, enfatizzandone viceversa la gratuità”, recita la nota dell’Antitrust.
Per Facebook querelle anche con i media australiani
L’ Australia vuole che le piattaforme digitali paghino per le news e il social network di Zuckenberg il 17 febbraio ha fatto sapere che limiterà la visualizzazione e la condivisione delle notizie degli editori e degli utenti australiani.
Si inasprisce così la querelle attualmente in corso con il governo di Canberra che riguarda una proposta di legge che potrebbe obbligare le piattaforme digitali a pagare i giornali per le news.
La decisione di Facebook porterà a un blackout dei contenuti degli editori australiani sul social media a livello globale e all’impossibilità per gli utenti australiani di condividere i post e gli articoli di notizie.
La reazione dell’Australia, il premier Morrison attacca Fb: decisione arrogante e deludente
Come riporta la Bbc il premier australiano Scott Morrison ha replicato alla decisione di Facebook di limitare la visione e la condivisione di notizie in Australia definendola “arrogante e deludente”.
“La decisione di togliere l’amicizia all’Australia è arrogante quanto deludente. Sto discutendo con i leader di altri Paesi della questione. Non ci faremo intimidire”, ha detto Morrison.
Le reazioni dei Paesi al provvedimento di Facebook contro l’Australia
Facebook e’ stata sommersa dalle critiche delle Ong, del mondo della politica e dell’editoria in diversi Paesi.
Gli utenti stanno protestato con l’hashtag #deletefacebook entrato nei trend di Twitter .
La direttrice di Human Rights Watch Australia, Elaine Pearson, ha definito il
blocco “una svolta preoccupante e pericolosa”.
Dagli Usa il deputato democratico David Cicilline ha accusato Facebook di essere “incompatibile con la democrazia”.
Nel Regno Unito Julian Kinight, presidente della commissione Digital, media e cultura del Parlamento, ha paragonato l’azione del social di Zuckerberg a quella di “un bullo” e ha avvertito che questo comportamento potrebbe provocare un’iniziativa legislativa simile a quella australiana anche in altre parti del mondo.
Anche i grandi editori di Gran Bretagna e Gernania si sono fatti sentire.
In Gran Bretagna, il popolare Mail Online ha parlato di mossa “provocatoria”. Il Guardian ha detto di essere “profondamente preoccupato”. In Germania alcuni editori si sono espressi contro Facebook, lanciando un appello a tutti i governi a limitare il potere di mercato delle piattaforme.
Fonti: Ufficio Stampa senatore Gasparri; Agi