Fase 2, Regioni contro governo: per De Luca è troppo presto, al Nord vogliono riaprire tutto subito

ROMA – Regioni contro governo, è scontro totale sulla fase 2 il 18 maggio: De Luca non vuole riaprire dal 18 maggio, quelli del Nord invece vogliono più riaprire più possibile (e più di quello che vuole Conte).

L’Italia è un Paese meraviglioso: da una parte il governatore della Campania denuncia che non ci sono ancora le condizioni per riaprire tutto subito (leggi bar e ristoranti). 

Dall’altra i governatori di Lombardia, Veneto e Liguria (ma anche Piemonte) che vogliono mani più libere per riaprire il più possibile.

Da una parte, si dice che il governo scarica la responsabilità sulle Regioni. Dall’altra parte, le Regioni reclamano maggiore autonomia.

Da una parte, c’è chi tiene chiusi bar e ristoranti. Dall’altro, c’è chi riapre subito tutto.

Alla fine, però, un punto d’incontro c’è: il nemico comune è il governo Conte. Su questo, almeno, sono tutti d’accordo.

De Luca: “Non ho firmato l’accordo Stato-Regioni sulla fase 2”

“La Campania non è d’accordo e non ha sottoscritto l’intesa Stato-Regioni che alcuni media presentano come condivisa all’unanimità”. Così il governatore Vincenzo De Luca a ‘Mezz’ora in più’ su RaiTre, parlando della fase 2. “Su alcune norme di sicurezza generale deve pronunciarsi il ministero della Salute, non è possibile che il Governo scarichi opportunisticamente tutte le decisioni sulle Regioni. Non è accettabile”.

“C’è un clima di confusione: dovremo aprire domattina, ma noi non apriamo né i ristoranti, né i pub, né altro per serietà. Abbiamo deciso di avere una interlocuzione con le categorie economiche per prepararli alla sanificazione a procurarsi pannelli di divisione per agevolare l’apertura di piccoli ristoranti”.

Via libera dunque per queste attività (nel servizio al tavolo, quello da asporto era già possibile ad esempio per le pizzerie) solo giovedì 21 maggio, in Campania.

Zaia: “Ho l’ordinanza pronta, devo solo firmare”

Il governatore veneto Luca Zaia annuncia: “Ieri avevo detto che non firmavo la nuova ordinanza, perchè volevo vedere il Dpcm. Oggi vi dico che l’ordinanza l’ho scritta, manca solo la mia firma. Aspetto solo, in via prudenziale, siccome abbiamo a che fare con Roma, e ci sono sempre sorprese, di vedere il testo. Nel giro di qualche ora è annunciato. A me basta solo mettere la firma, non c’è più niente da scrivere”.

“Nella nuova ordinanza del Veneto al primo punto ho messo i dispositivi di protezione individuale.
Che restano obbligatori. Senza mascherina corri il rischio di prenderti una multa che va da minimo 500 euro e può arrivare a 3.000″.

“Io non sono per lo stato di polizia – ha aggiunto – ma qui c’è una partita che va oltre l’individuo, oltre la comunità. In queste ultime 24 ore ci sono arrivate una miriade di foto nelle nostre città di persone che non hanno la mascherina, o la portano al collo. Patti chiari: se non si porta la mascherina si va verso la ricaduta”.

“Noi come Regioni abbiamo garantito in questi quasi 90 giorni leale collaborazione, evitando ogni polemica, e mettendo sempre al centro i cittadini. Penso il Governo, in maniera neanche tanto recondita, paghi lo scotto che la visione autonomista e federalista non è di casa; vanno sempre avanti un po’ con il freno mano tirato”.

“E’ peccato – ha aggiunto – perché la modernità va verso l’autonomia. Tu mi deleghi a occuparmi delle aperture del Veneto, e mi responsabilizzi. Questo è il senso dell’autonomia. Spesso le incomprensioni nascono perché c’è sempre il retro-pensiero che l’autonomia tolga potere. Invece l’autonomia dà responsabilità, è una cosa diversa”.

Ordinanza Lombardia: obbligo mascherine all’aperto

Dopo l’approvazione del Dpcm del premier Conte il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, firma l’ordinanza riguardante le riaperture di domani, lunedi’ 18 maggio. Lo comunica in una Nota la Regione Lombardia.

“In Lombardia – spiegano dalla Regione – da domani potranno riprendere le attività di musei, ristoranti, bar, parrucchieri, estetiste e molte altre attività commerciali. Sul territorio regionale si tornerà a celebrare le funzioni religiose”.

Particolarmente rilevanti i provvedimenti più restrittivi assunti dalla Regione in relazione all'”obbligo della misurazione della febbre per i clienti dei ristoranti” e alla “non riapertura di palestre e piscine”.

L’ordinanza della Regione prevede inoltre che “su tutto il territorio regionale permane l’obbligo di portare la mascherina o altri indumenti utili a coprire le vie respiratorie anche all’aperto. Così come restano in vigore le disposizioni previste nella precedente ordinanza in tema di organizzazione del lavoro, a partire dalla misurazione della febbre per il datore e per i dipendenti”. Il documento regionale avrà validità da domani a domenica 31 maggio.

Toti: “Un metro di distanza vale per tutti”

“Il protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro firmato da sindacati e associazioni datoriali prevede che due operai possano lavorare a un metro e un millimetro di distanza gomito a gomito senza avere la mascherina, quindi se vale sul luogo di lavoro credo che possa valere anche sulle spiagge, nei bar e nei ristoranti”. Lo evidenzia il governatore della Liguria Giovanni Toti. Toti ribadisce che la regola di “un metro di distanziamento sociale” dagli estranei da domani in Liguria varrà in tutti i luoghi pubblici o privati.

“Da domani in Liguria torna libera la circolazione dei cittadini in tutto il territorio regionale senza autocertficazione verso qualsiasi proprietà, si può incontrare parenti, amici, conoscenti e fidanzati, lo si può fare con l’uso costante della mascherina e il distanziamento sociale di un metro”.

Lo dichiara il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti illustrando la nuova ordinanza. “Il distanziamento sociale di un metro va usato per tutto. Lo abbiamo scelto per non trasformare l’epidemia Covid-19 in un corso per geometri, anche se il virus è ancora tra noi e dobbiamo combatterlo”. Riaprono bar, negozi, stabilimenti balneari, spiagge.

“Da domani in Liguria riaprono parchi, ville, giardini, musei, tutto il settore commerciale, la ristorazione, tutti gli esercizi di somministrazione cibi e bevande, i parrucchieri ed estetisti”, aggiunge Toti, specificando che non ha ancora firmato l’ordinanza in attesa della pubblicazione del Dpcm del premier Giuseppe Conte atteso dalla Regioni nelle prossime ore.

“Riaprono le spiagge libere e le spiagge libere attrezzate, che saranno oggetto di ordinanze dei Comuni, domani è previsto un incontro con Anci sul tema. Riaprono le strutture ricettive, le piscine e palestre, tutte con le regole chiare e precise approvate dalla Conferenza delle Regioni, solo le scuole guida riapriranno dal 20 maggio in attesa delle linee guida del Mit”.

Fonti: Ansa e Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

 

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