ROMA – Dopo l’arresto di Riccardo Mancini, ex ad di Eur Spa e uomo di fiducia di Gianni Alemanno, il sindaco di Roma fa spallucce: “Non ne so nulla di questa vicenda. Ma ho piena fiducia nella magistratura”. Peccato che esistano alcune intercettazioni, telefonate dai toni concitati, in cui Mancini viene ripreso dal sindaco in modo anche molto diretto: “Me la piglio nel c…”, dice Alemanno. Nel provvedimento di custodia cautelare del manager viene citata una relazione del Ros su una conversazione tra i due avvenuta il 29 settembre 2012, in seguito alla nomina dello stesso Mancini ad amministratore delegato della nuova società Roma Convention Group da parte del Consiglio di amministrazione di Eur Spa. Nell’occasione il sindaco stigmatizzava proprio i tempi dell’operazione, così vicini alle perquisizioni che Mancini aveva subito.
A riportare il testo di quelle intercettazioni è il Fatto Quotidiano, che a pagina 8 scrive:
Il giorno prima la Finanza aveva perquisito la sede dell’Eur e Mancini era già sotto tiro. La sfuriata emerge da un’intercettazione del 29 settembre: “Il giorno dopo quel casino…non si poteva evitare? Perché non m’hai chiamato?”. Mancini cercava di rabbonirlo, inutilmente: “Che siete cretini tutti, io non ho parole ma che c… c’avete nel cervello? Non c’è niente da fa’…siete scemi”. Più Mancini diceva “hai ragione”, più s’infuriava:“Ho ragione sì e la piglio nel culo”. Fortunatamente cadde la linea. Non è l’unica telefonata agli atti.
La medesima conversazione è riportata anche dall’Ansa:
I Ros scrivono che il manager ”riferiva ad Alemanno in merito all’assemblea del giorno precedente”. Il sindaco ”si alterava in maniera forte nei confronti di Mancini”. ”Il giorno dopo quel casino vi mettete – dice il sindaco – in questo casotto. Ma che siete scemi, non si poteva evitare? (…) perché non m’hai chiamato? ma che cazzo c’avete nel cervello, me lo spieghi che cazzo c’avete nel cervello? non c’è un cazzo da fare … uno vi aiuta non c’è niente da fà … non c’è niente da fà capito siete scemi”.
Il gip Stefano Aprile, nel provvedimento che ha portato in carcere Mancini, spiega che in quella conversazione telefonica Mancini ”dimostra di essere in totale subordinazione”. Per il gip ”la telefonata in questione conferma, in definitiva, che Mancini è un ‘uomo di Alemanno’ al quale risponde direttamente e nei confronti del quale è in totale soggezione”. ”In tale conversazione il Sindaco chiede conto a Mancini dei suoi comportamenti tenuti nella gestione dell’ente Eur e lo rimprovera in maniera aspra e decisa, dimostrando la subordinazione dell’interlocutore”, è scritto.
Mancini ”dimostra di essere in totale subordinazione” e da Alemanno ”viene redarguito duramente per le azioni dallo stesso Mancini intraprese nella gestione della società in house (l’Eur Spa, posseduta al 90% dal Mef e per il 10% dal Comune di Roma) di cui è il vertice”.
”La circostanza – è detto nel provvedimento – appare di per sé del tutto impropria poiché Mancini sembra rispondere, fuori dal contesto istituzionale proprio, del proprio operato amministrativo ad un personaggio – di certo autorevole ma che non rappresenta l’azionista di maggioranza e, soprattutto, che dimostra di poter direttamente e personalmente condizionare le scelte discrezionali del vertice della Eur Spa”.
Per il magistrato ”si tratta di un fidatissimo collaboratore che il sindaco ha portato con sé dalla politica per passare direttamente alla amministrazione attiva, affidandogli non solo ufficiali incarichi in enti pubblici, ma anche importanti ruoli nell’ambito del Comune di Roma”.
Agli atti, riporta il Fatto Quotidiano, ci sarebbe poi un’altra intercettazione:
Il 24 febbraio scorso il sindaco chiama Mancini per informarlo che Fiorito, il Batman di Anagni, aveva parlato di somme di denaro versate alla “..nostra fondazione… alla Nuova Italia..ti risulta che ha fatto dei tavoli, le cene?”, gli chiede di verificare subito.“Se però non stanno a suo nome io non ne so niente, eh?..”, balbetta Mancini ma contatta due collaboratori per andare in ufficio a cercare le carte. Nel frattempo chiama un uomo che insiste per conto di Alemanno : “Hai sentito la voce eh? guarda le ricevute ce l’ha il commercialista”. “Nun se potrebbero pijà ste ricevute”.