TORINO – Brutale aggressione per Serafino Ferrino, l’ex sindaco anti-gay di Favria, in provincia di Torino. Un anno fa, aveva detto no alla celebrazione dell’unione civile tra due uomini, invocando l’obiezione di coscienza.
Nessuna pista è esclusa a priori per dare un volto e un nome all’uomo che venerdì mattina, poco prima delle nove, lo ha pestato sotto casa senza un’apparente ragione.
“Sono davvero distrutto – dice Ferrino uscendo dal Pronto Soccorso di Cuorgnè – fisicamente sto benino ma questa aggressione, dal punto di vista morale, è stata devastante”. Ferrino, sotto casa, è stato avvicinato da un uomo sulla trentina che con la scusa di un guasto all’auto ha convinto l’ex sindaco, anche lui al volante, ad abbassare il finestrino.
“A quel punto, senza dire una parola, ha iniziato a colpirmi al volto – racconta – per fortuna non sono sceso dall’auto, altrimenti mi avrebbe massacrato”. L’ex primo cittadino di Favria, per 37 anni in amministrazione, è stato ripetutamente colpito: se la caverà con quindici giorni di prognosi.
L’aggressore è poi scappato a piedi verso il centro del paese. “Quell’uomo non l’avevo mai visto prima – precisa – è stato un agguato mafioso. E non so dire il perché”. Per questo, al momento, i carabinieri di Rivarolo Canavese non escludono alcuna pista. Quella “locale”, di qualcuno deluso dell’operato di Ferrino come sindaco, e quella più ampia che riporta all’impegno del 69enne come Sentinella in piedi e sindaco anti-gay, oltre che presidente del neonato circolo territoriale del Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi.
“Solidarietà e vicinanza” è stata espressa a Ferrino dall’attuale sindaco di Favria, Vittorio Bellone, e da gran parte dei sindaci del Canavese. In Parlamento, il deputato della Lega Nord, Stefano Allasia, ha annunciato un’interrogazione al Ministro dell’interno per “fare luce sull’episodio”.