Federalismo e Sanità. Costi standard calcolati su regioni virtuose, ecco come

Pubblicato il 16 Settembre 2010 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA

Le Regioni che hanno garantito l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza ”in condizioni di efficienza e appropriatezza” e che hanno i conti i regola, saranno quelle che saranno assunte come Regioni di riferimento (benchmark) per il calcolo dei costi e dei fabbisogni standard in sanità: è quanto prevede lo schema di decreto legislativo per la fissazione dei costi standard sanitari che oggi, giovedì 16 settembre, con ogni probabilità, i ministri Tremonti, Calderoli e Fitto illustreranno ai rappresentanti di Regioni e Province Autonome, Comuni e Province.

La bozza prevede che i livelli percentuali di finanziamento della spesa sanitaria vadano per il 5% a favore dell’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di lavoro; per il 51% all’assistenza distrettuale e per il restante 44% all’assistenza ospedaliera. I costi standard, secondo lo schema del provvedimento, verranno computati a livello aggregato per ciascuno dei tre macrolivelli di assistenza. Il valore del costo standard è dato, per ciascuno dei tre macrolivelli di assistenza, dalla media pro-capite pesata del costo registrato dalle Regioni benchmark.

A tal fine il livello della spesa delle tre macroaree delle Regioni benchmark è computato al lordo della mobilità passiva e al netto della mobilità attiva extraregionale: saranno quindi depurate della quota di spesa finanziata dalle maggiori entrate proprie rispetto alle entrate proprie considerate ai fini della determinazione del finanziamento nazionale; della quota di spesa che finanzia livelli di assistenza superiori ai livelli essenziali e delle quote di ammortamento. Per ciascuna Regione sarà applicata la depurazione secondo la ‘pesata’ regionale sulla popolazione. Infine il decreto stabilisce che con la sua introduzione non debbano derivare minori entrate né nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.