ROMA – Pene più severe se alla violenza assiste un bambino, arresto obbligatorio in caso di flagranza, possibilità per le forze dell’ordine di cacciare di casa il marito violento. E poi divieto di possedere armi, sospensione della patente. Ecco cosa succede al maschio che picchia una donna, secondo le ultime novità introdotte dal decreto legge sul femminicidio. Scrive La Stampa:
Vengono previsti inasprimenti delle pene (di un terzo) se alla violenza assiste un minore, la cosiddetta violenza assistita. Pene più severe anche se il delitto di violenza sessuale è consumato ai danni di donne in stato di gravidanza o se il fatto è consumato ai danni del coniuge, anche divorziato o separato, o dal partner. Un secondo tipo di misure riguarda il delitto di stalking. Aumentano le aggravanti, estese anche ai fatti commessi dal coniuge e a quelli perpetrati da chiunque con strumenti informatici o telematici. Ci sarà l’arresto obbligatorio per chi verrà colto in flagranza. Viene introdotta la querela irrevocabile.
Una misura che secondo il ministro della Giustizia Cancellieri è «importante, perché in passato spesso le donne per difendere i figli rinunciavano alla denuncia». Per quel che riguarda i maltrattamenti in famiglia la novità principale riguarda la possibilità che avranno le forze di polizia di buttare fuori di casa il marito violento, se c’è un rischio per l’integrità fisica della donna. Divieto del possesso di armi e sospensione della patente di guida all’autore di lesioni, anche in assenza della querela della vittima, per fermare l’escalation della violenza in ambito familiare. Le donne straniere che subiscono violenze possono ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Infine è stato varato un nuovo piano straordinario di protezione delle vittime di violenza sessuale e di genere che prevede azioni di intervento multidisciplinari, a carattere trasversale, per prevenire il fenomeno, potenziare i centri antiviolenza e i servizi di assistenza, formare gli operatori.
Per quanto riguarda l’iter processuale, ai processi per femminicidio viene data corsia preferenziale ed è stato introdotto gratuito patrocinio per le vittime di violenza, a prescindere dal reddito. Inoltre, ha spiegato Alfano, «Spesso la vittima prima non sapeva che fine facesse il processo a carico del colpevole.
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