”Meno male che la Fiom c’è: la sua capacità di vedere la regressione drammatica celata nella proposta è un investimento sul domani”. Lo afferma Fausto Bertinotti, in un’intervista al Mattino, nella quale definisce l’accordo Fiat come ”la cancellazione intera di più di un secolo di conquiste di civiltà del lavoro”.
Se vincessero i sì al referendum su Mirafioni, secondo Bertinotti, la Fiom non dovrebbe firmare l’accordo e restare fuori dall’azienda, perché ”lo statuto Cgil impedisce – dice – di firmare accordi che violino i diritti di libertà dei lavoratori. E poi perché un conto è la condizione del lavoratore che, sottoposto al ricatto può decidere e lo rispetto molto di piegare la schiena, altro è il sindacato”.
Per l’ex presidente della Camera, ”la resistenza della Fiom costituisce, per queste nuove generazioni, la possibilità di non immaginarsi senza padri”. E Bersani, secondo Bertinotti, sul caso Fiat ”sbaglia”. ”Il Pd interviene sempre in maniera politicistica – aggiunge – Si domanda solo se una posizione può essere apprezzata o meno dal terzo polo, un atteggiamento tattico che guarda solo al consenso”.
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