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La Fiat attacca Della Valle, e lui rispolvera proclami da dittatura

di luiss_vcontursi |2 Ottobre 2011 11:29

TORINO – La Fiat attacca l’imprenditore marchigiano Diego della Valle e il suo manifesto “Politici, ora basta”. A schierarsi contro il patron di Tod’s è John Elkann che dice: “Non è il momento di proclami, bisogna essere concreti”. Dello stesso avviso anche altri tra i principali industriali e finanzieri italiani, come Alessandro Profumo. Ma proprio mentre il mondo politico e imprenditoriale gli si ritorce contro (a esclusione di Bobo Maroni che ne ha preso le difese), Della Valle torna a dire la sua a un giorno dal suo “manifesto” e in un’intervista a ‘Repubblica’. E dice una cosa dal sapore un po’ antidemocratico: ovvero che deve comandare non chi è eletto ma chi sa comandare.

Le critiche. John Elkann, presidente Fiat, è critico nei confronti di Della Valle: “Non è tempo di proclami, di dichiarazioni o critiche generiche, il momento è grave: è importante essere concreti e avere senso di responsabilità”. Cesare Romit, invece, in un’intervista al Corriere della Sera, sostiene che “parlare di disastro significa usare frasi un po’ ad effetto,. Però è vero che l’opinione pubblica non sembra esseri resa conto della gravità della crisi”. Anche Alessandro Profumo, ex ad di Unicredit è tra i più duri: “Non credo che quello di Della Valle sia un gesto molto apprezzato – ha dichiarato Mr. Arrogance – l’idea e il pensiero che la società civile sia meglio della classe politica sono proprio sbagliati”.

L’intervista a Repubblica. ”Abbiamo ministri palesemente inadeguati e ministri adatti a tempi cosi’ duri – dice oggi Della Valle – Bisogna dire con chiarezza che le persone non adeguate dovranno farci il piacere di andare a casa. E le persone brave farci il piacere di impegnarsi di più”. Sostiene che per uscire dal tunnel basta mettere il volante nelle mani giuste, mentre sull’ opportunita’ che il premier Berlusconi faccia un passo indietro sottolinea: ”Non l’ho nemmeno nominato. Dobbiamo guardare avanti”.

”Sono sicuro che l’Italia si possa salvare se ci impegniamo tutti al massimo delle nostre energie, facendo i sacrifici necessari”, dice Della Valle all’indomani della pubblicazione del suo ‘manifesto’, che ha suscitato numerose reazioni nel mondo politico. ”Si puo’ uscire da questa fase solamente unendo la buona politica, il mondo delle imprese, quello del lavoro e la societa’ civile”. E sulla raffica di repliche scatenata dalla sua inserzione sui principali quotidiani, ”capita solamente in Italia che un cittadino esprima le sue opinioni sul suo Paese e venga giu’ in finimondo”, commenta l’industriale.

”Io non chiedo nulla, non ho mire ne’ ambizioni. Pero’, se vedo le cose che non funzionano, ho il diritto di dirlo, sperando che possano cambiare. L’idea che io voglia fare politica – rimarca – non esiste”. ”Il mio testo – aggiunge Della Valle – non e’ affatto contro la politica, anche perche’ sono convinto che spetti alla politica guidare il Paese. Il mio e’ un richiamo alla buona politica, quella di cui lo Stato e la societa’ hanno bisogno”.

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