Finanziaria, governo battuto in Commissione Affari sociali

Il Governo è stato ripetutamente battuto in commissione Affari sociali della Camera su alcuni emendamenti alla Finanziaria, che passano ora in commissione Bilancio: a sua volta questa potrebbe respingerli. Tra le norme più rilevanti approvate dalla commissione ci sono i 900 milioni che prorogano di un anno il bonus-famiglia e i 400 per il Fondo per la non autosufficienza. Lo riferisce l’Ansa.

Il primo emendamento dell’opposizione approvato dalla Commissione nonostante il parere negativo del relatore Lucio Barani (Pdl) e del sottosegretario Francesca Martini, è stato quello che porta da 2 a 4 milioni lo stanziamento per la fornitura dei defibrillatori. Il governo è ancora andato sotto sul ripristino dei 400 milioni nel Fondo per la non autosufficienza; il Fondo è nel Patto per la salute sottoscritto da Regioni e Governo, ma in FInanziaria non ve ne è traccia.

Martini ha detto che dal 2010 sarebbe stato ripristinato ma la Commissione ha approvato l’emendamento del Pd con i 400 milioni tagliati l’anno scorso.

A questo punto Barani ha dato parere positivo ad altri emendamenti del Pd: l’estensione all’anno prossimo del Bonus-famiglia, e cioé un assegno tra i 200 e i 600 euro per le famiglie più deboli, per una spesa complessiva di 900 milioni; 100 milioni sul cosiddetto “Fondo dopo di noi” a favore dei minori gravemente disabili, una vecchia battaglia di Livia Turco; 10 milioni per le Comunità familiare che hanno dei minori in affidamento; 8 milioni, oggi tagliati, a favore dell’Istituto superiore di sanità per fronteggiare l’emergenza Influenza A; la possibilità di detrarre dalle tasse le erogazioni liberali in denaro per le strutture che assistono i disabili.

È passato anche, con un sostegno trasversale, un emendamento di Alessandra Mussolini che destina 2 milioni per il rimborso dei pannolini e il latte artificiale alle famiglie con basso reddito. «Anche se ora dobbiamo attendere il vaglio della commissione Bilancio – commenta Margherita Miotto del Pd – si tratta di segnali mandati a Tremonti dalla stessa maggioranza».

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