Fini ai suoi fedelissimi: “Dobbiamo essere leali con la coalizione”

Nonostante la “rottura” con Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini non vuole tradire la maggioranza: “Dobbiamo garantire la massima lealtà alla coalizione e al programma di governo”, ha detto durante la riunione con deputati e senatori a lui vicini nella Sala “Tatarella” della Camera.

Qualche ora prima il premier aveva liquidato la questione con una battuta: “Non ho un’esperienza particolarmente felice nei matrimoni. Comunque ho già detto di non aver litigato con nessuno, per litigare bisogna essere in due, per divorziare basta uno”.

La questione della “scissione” era stata portata alla riunione da Italo Bocchino. Nel vertice con i “fedelissimi”, Fini spiegherà la strada che intende seguire per i prossimi delicati passaggi parlamentari, a partire dalla legge sulle intercettazioni.

Fini inviterà i suoi alla cautela e a non fornire alcun pretesto o spunto polemico a chi vuole dipingere la minoranza finiana come un manipolo di facinorosi pronti a tendere imboscate in Parlamento. Per il presidente della Camera il voto anticipato resta un’ipotesi da scongiurare e i prossimi tre anni sono un tempo prezioso da dedicare a riforme condivise.

Bocchino, vice capogruppo del Pdl alla Camera, vorrebbe invece utilizzare il regolamento del gruppo di deputati: in questo documento esisterebbe una clausola in base alla quale se dovesse lasciare il capogruppo vicario cadrebbe anche il capogruppo Fabrizio Cicchitto. A quel punto, Bocchino si ricandiderebbe per ottenere il consenso di “bandiera” di tutti i 38 deputati finiani, sancendo l’esistenza di una minoranza anche all’interno del gruppo. Questa ipotesi è stata duramente contestata dal deputato Amedeo Laboccetta, che oggi Fini ha chiamato a colloquio nel suo studio prima della riunione del suo gruppo.

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