Proposta Fini: “Taglio del 10%, ma su tutta la retribuzione dei parlamentari”

Gianfranco Fini

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, lancia una proposta sui tagli agli stipendi dei parlamentari: ridurre del 10% tutto lo stipendio effettivo, comprensivo della “paga” fissa (che si aggira intorno ai 15 mila euro al mese)  e delle varie indennità (per un ammontare di circa 7 mila euro al mese). Quindi una riduzione su tutto ciò che prendono i parlamentari, non solo su una parte del compenso. La presidenza della Camera ha anche calcolato quanto sarebbe questa riduzione: ben 2.127,19 euro lordi al mese in meno per ogni parlamentare.

Alla cerimonia del Ventaglio Fini ha detto ”spero che traspaia nell’opinione pubblica che il parlamento vuole essere di esempio in questo momento difficile per l’economia. Quando si chiedono comportamenti virtuosi i parlamentari hanno il dovere di assumerne di analoghi”.

”Ci sono delle voci – spiega poi ai cronisti il presidente della Camera – della sua retribuzione di cui il deputato non puo’ disporre in quanto sono pertinenza dei gruppi parlamentari. Occorre una riflessione. Perche’ il taglio deve ammontare al 10% di tutto e non solo di una parte, se no non e’ il 10%”.

”Il dovere della Camera – ha aggiunto – è quella di dare il buon esempio visti i sacrifici che vengono chiesti al Paese. Con la presentazione della manovra economica, insieme con il presidente Schifani dissi che le Camera avrebbero partecipato al contenimento della spesa. Al riguardo precisammo che la partecipazione dei due rami del Parlamento risponde ad un doveroso senso di responsabilita’ e non al fatto che le spese siano eccessive. Si tratta di spese essenziali per la democrazia, ma pensiamo sia un dovere essere in sintonia con il sacrificio chiesto ai cittadini”.

Il sistema di retribuzione dei parlamentari. L’indennità dei parlamentari, prevista dalla Costituzione all’art. 69, come spiega il sito del Parlamento, è la prima voce del trattamento economico per i parlamentari ed è quella “che nel linguaggio comune è definita stipendio” a cui seguono altre voci: la diaria e i rimborsi: per le “spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori”, per le spese accessorie di viaggio e per i viaggi all’estero, per le spese telefoniche. A completamento del trattamento economico dei parlamentari ci sono le voci sull’assegno di fine mandato, le prestazioni previdenziali e sanitarie e sui trasporti. Fini propone di conteggiare anche queste varie “voci aggiuntive” allo stipendio fisso nella percentuali da tagliare per racimolare fondi per la ripresa economica.

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