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Casa di Montecarlo, le carte di Santa Lucia “irrilevanti” per la Procura di Roma

di Alberto Francavilla |28 Gennaio 2011 15:47

Le carte inviate dal governo di Santa Lucia? Per la Procura di Roma sono “irrilevanti” ai fini dell’indagine sulla casa di Montecarlo ereditata da An e abitata dal cognato di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani: i pm di Roma hanno chiesto l’archiviazione per il presidente della Camera. I documenti sono stati spediti al ministro degli Esteri Franco Frattini.

Per la procura capitolina il contenuto degli atti circa la titolarità delle società off-shore che si sono succedute nella proprietà dell’immobile di Montercarlo ereditato da An nel 1999 ”appare del tutto irrilevante circa il ‘thema decidendum”’.

La Procura di Roma dovrà esprimersi sull’opposizione alla richiesta di archiviazione delle posizioni di Gianfranco Fini e di Vincenzo Pontone, ex tesoriere di Alleanza Nazionale.

Nelle tre pagine arrivate dal paese caraibico emergerebbe che Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la compagna del presidente della Camera Gianfranco Fini, è il titolare delle società ”Printemps Ltd”, ”Timara ltd” e ”Jaman directors ltd”.

Nelle deduzioni inviate al presidente dei gip Carlo Figliolia, che il 2 febbraio esaminerà l’opposizione alla richiesta di archiviazione, il procuratore Giovanni Ferrara e l’aggiunto Pierfilippo Laviani, omettendo ogni ”considerazione processuale sull’autenticità ed attendibilità di detti documenti”, e ribadendo la richiesta di archiviazione, sostengono che tale iniziativa ”è fondata, quale che sia il reale acquirente dell’immobile sulla mancanza di elementi costitutivi dell’ipotizzato delitto di truffa”.

Secondo gli inquirenti ”è risultato che l’onorevole Fini all’epoca della vendita era amministratore esclusivo dell’ associazione/partito Alleanza Nazionale, con tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, sicché il predetto, in autonomia, ha deciso e disposto la vendita dell’appartamento di Boulevard Princesse Charlotte, senza artifizi e/o raggiri e senza induzione di terzi in errore”.

I firmatari della richiesta di archiviazione affermano inoltre, nelle deduzioni, che ”nessun ruolo penalmente rilevante può assumere, infine, la condotta del senatore Pontone, il quale, nel caso in esame ha rivestito la mera figura di mandatario dell’onorevole Fini, firmando l’atto notarile di compravendita alle condizioni indicate dal mandante ed in virtù di procura generale a lui conferita in data 1-12-2004 dal presiedente Fini stesso”.

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