Fli beffa Berlusconi: lettera di sfiducia, ma era il discorso di Bossi del 1994

Pubblicato il 28 Novembre 2010 - 18:56 OLTRE 6 MESI FA

Beffa finiana al premier Silvio Berlusconi. Sul sito di Generazione Italia viene pubblicato in mattinata un duro attacco al governo dal titolo “Lettera di sfiducia” in cui i finiani dicono di considerare “conclusa” l’esperienza di governo. Parole dure che arrivano all’indomani dell’ultimatum di Berlusconi: chi non mi vota la fiducia sarà traditore a vita. Ma verso le sette di sera gli stessi finiani, con una nota, rivelano: quello che abbiamo pubblicato era il discorso di Umberto Bossi del 1994. Lo abbiamo usato per replicare alle accuse di tradimento.

La Lettera. I finiani danno il benservito al governo con una lettera sul sito di ‘Ginerazione italia’ che già dal titolo rende bene l’idea del messaggio: “Lettera di sfiducia a Berlusconi”. L’incipit è già durissimo: “Consideriamo conclusa negativamente l’esperienza di questo governo che, come fosse un suo feudo personale, ha presieduto”.

”Generazione Italia – si legge – considera conclusa negativamente l’esperienza di questo Governo che, come fosse un suo feudo personale, ha presieduto. I patti richiedevano l’immediata approvazione di una legge antitrust che eliminasse il monopolio di Mediaset e che favorisse il rinnovo strutturale della Rai restituendo ai media la loro libertà e democratica funzione per informare imparzialmente ed obiettivamente l’opinione pubblica. I patti richiedevano la netta separazione tra gli interessi personali dal Capo del Governo e la sua funzione di altissimo Pubblico Ufficiale”.

Nel testo, pubblicato sul sito dell’associazione, si dice che “i patti non sono stati rispettati”. Quindi arriva l’elenco delle promesse non rispettate. “Lei – si legge nella lettera – in campagna elettorale ha promesso di risolvere il secolare problema meridionale, di garantire la pace sociale, di sostenere la piccola e media impresa, di eliminare la partitocrazia e lo Stato padrone; di fare dell’Italia un grande paese ad ispirazione liberal-democratica”. Ma “il suo governo ha inteso la governabilità come fine a se stessa, il potere per il potere, la governabilità per la governabilità, un Governo non intenzionato ai cambiamenti, un Governo dei conflitti con la magistratura e con il sindacato, un governo del controllo dell’informazione!”

Accuse durissime, cui segue un preciso messaggio per il dopo 14 dicembre: “Nella nostra alleanza c’è chi ci accusa addirittura di sovvertire lo Stato di diritto perché chiediamo una verifica, falsificando la verità e dichiarando che questo Governo non sarebbe il frutto, come nel passato, di una contrattazione post elettorale, bensì, sarebbe la conseguenza di un patto preventivo stipulato davanti agli elettori! E quindi solo a Berlusconi, se è vera la premessa, competerebbe concedere la verifica e implicitamente mantenere o sciogliere le Camere”. Per i finiani, questa tesi “lede i poteri costituzionali del Presidente della Repubblica e lascia trasparire il ritorno nella politica di dogmi antiliberali! Onorevole Presidente, lo Stato non è lei! E dopo di lei non c’è il diluvio! Le chiedo con quali diritti Lei batta i pugni sul tavolo dichiarando la sua insostituibilità? Con quali diritti Lei pretenda di interpretare personalmente la Costituzione tuttora in atto? Onorevole Presidente, Lei non è l’uomo della provvidenza, tutt’altro!”.

Dunque, respinto al mittente il diktat ‘elezioni o voto’: “L’Italia è una Repubblica democratica, in cui il Parlamento elegge e fa cadere i Governi, valutando i meriti e i demeriti di chi presiede o fa parte del Governo: il tradimento è solo quello di chi, ad un Paese disperatamente alla ricerca di un patto costituente, contrappone voglia di potere e minacce di tumulti di piazza!”.

In serata i finiani svelano la beffa. ”Era il 21 dicembre 1994 – si legge in una nota dell’ufficio stampa di Fli – Con le stesse parole che abbiamo riportato qualche ora fa in un articolo a firma Generazione Italia, Umberto Bossi annunciava la sua sfiducia a Silvio Berlusconi dopo pochissimi mesi dalla vittoria alle elezioni. Abbiamo utilizzato il discorso dell’allora onorevole Bossi anche per replicare alle accuse di tradimento che ci piovono addosso dal Pdl e dalla Lega Nord. Chi ha replicato al nostro ‘scherzo’ con parole al vetriolo, farebbe bene a pensare prima di ragliare”.

La replica della Lega arriva in serata. ”Nel ’94 la Lega non scherzò – disse Calderoli – ma fece sul serio per difendere le pensioni di tutti. Chi oggi gioca in un momento di crisi, strumentalizzando passaggi storici compiuti nell’ interesse di tutti, toglie ulteriori spazi al tentativo di dialogo politico in corso. A danno di tutti”.