Finmeccanica: corruzione e riciclaggio, indagato l’ad Orsi

Giuseppe Orsi (LaPresse)

NAPOLI – Il presidente e amministratore delegato  di Finmeccanica Giuseppe Orsi è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti alla Lega Nord. L’ipotesi di reato è  di corruzione internazionale e riciclaggio.

Fonti giudiziarie citate dall’Ansa sottolineano che l’iscrizione di Orsi è un fatto dovuto in seguito alle dichiarazioni rese ai pm dall’ex dirigente delle relazioni esterne della holding Lorenzo Borgogni.

L’iscrizione è stata disposta nell’ambito dell’inchiesta che ha portato ieri a perquisizioni e sequestri eseguiti a Lugano sulla base di una rogatoria con la procura federale elvetica. L’indagine riguarda la vendita di 12 elicotteri Agusta Westland all’India per la quale il gruppo, secondo Borgogni avrebbe versato tangenti a un intermediario, indicato come persona vicina a Orsi.

Nella serata di martedì Orsi ha rilasciato un’intervista al Tg1: “C’è grande turbamento, la nostra è un’azienda con settantamila dipendenti – ha esordito – che rischia di essere screditata dalle dichiarazioni di un personaggio che è stato messo fuori per gravi violazioni disciplinari”. “Non ho mai pagato nessuna somma illegale – ha detto Orsi – né alla Lega né ad alcun altro. Durante tutto il periodo di amministratore delegato di Agusta Westland o di Finmeccanica non mi è mai capitato di pagare alcunchè di illegale”.

Nell’inchiesta è coinvolto il consulente d’affari italo-svizzero Guido Ralph Haschke, destinatario ieri del decreto di sequestro. L’uomo, per la sua intermediazione, avrebbe ricevuto una somma di 51 milioni di dollari, parte della quale – probabilmente 10 milioni, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero andati alla Lega.

Nella vicenda sarebbe stato coinvolto, secondo quanto rivelato da Borgogni, un secondo intermediario nelle cui mani sarebbe stata materialmente versata la tangente. Le indagini – coordinate dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock – mirano, tra l’altro, a identificare questo secondo presunto mediatore. Gli inquirenti sono in possesso di un nome – Christian Mitchell – ma potrebbe trattarsi anche di un nominativo falso per nascondere la vera identita’. Al momento, comunque, l’uomo non sarebbe stato ancora identificato.

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