Firme false in Liguria, estremista di destra si autoaccusa e denuncia: “C’è un vero mercato”

Pubblicato il 9 Marzo 2010 - 11:41 OLTRE 6 MESI FA

Settemila firme false vendute a partiti in difficoltà in Liguria: è quanto viene denunciato, con un atto di autoaccusa, da un controverso esponente dell’estrema destra, Andrea Pescino, di 63 anni, già in passato al centro di inchieste giudiziarie.

Le rivelazioni sono state raccolte da un’inchiesta del “Secolo XIX” pubblicata nell’edizione di martedì 9 marzo. Stando a quanto dichiarato da Pescino al quotidiano  “sulle quattro province liguri la distribuzione è di circa settemila sottoscrizioni”, i gruppi “legati a Claudio Burlando ne hanno avute tra le quattromila e le quattromiladuecento”, mentre per il centrodestra, l’area che sostiene Sandro Biasotti “sono state un migliaio in meno”.

“Poi – sottolinea – bisogna considerare che una cosa sono le firme consegnate, un’altra quelle davvero utilizzate”. Pescino spiega di aver venduto le false certificazioni “senza esporsi in prima persona, ma con una serie di intermediazioni”, che c’é “un tariffario ed una legge di mercato che regola questo tipo di cose”, “che l’esborso aumenta man mano che si avvicina il momento della presentazione delle liste” e che da queste elezioni il tornaconto economico é stato “intorno ai venti, venticinquemila euro”.

Aggiunge inoltre che è una compravendita “sempre fatta dall’estrema destra in tutta Italia per autofinanziarsi”.