ROMA – Forse resuscitano le “cartelle pazze” del Fisco. Il disegno di legge appositamente creato per farle sparire sembra destinato a morire in commissione Finanze al Senato. I motivi sono “tecnici”: c’è un parere vincolante del ministero della Giustizia che consentirebbe di fatto al’amministrazione di riemettere la cartella entro la data di prescrizione. La commissione sarebbe orientata a non andare in sede deliberante. La sostanza è che le cartelle pazze, ossia le cartelle esattoriali sbagliate e inviate a milioni di contribuenti, rischiano di “resuscitare”.
Rinunciando alla sede deliberante la commissione Finanze non farebbe altro che trasferire il confronto sul testo direttamente in aula, ma i tempi per l’esame a questo punto non ci sono più. Le frizioni nascono dopo le comunicazioni del presidente del Senato che di fatto lega l’ok in commissione alla condizione posta dal ministero della Giustizia che prevede che, eccetto il caso di nullità dall’origine della cartella pazza, l’ente creditore possa ”reiscrivere a ruolo le somme già discaricate a condizione che non sia decorso il termine di prescrizione”. Insomma – spiega il presidente della commissione Finanze, Mario Baldassarri di Fli – ”Equitalia avrà libertà di non rispondere e facoltà di reiterare la vessazione”.
Secondo il disegno di legge il contribuente che avesse dovuto ricevere una cartella esattoriale prescritta o errata avrebbe potuto, entro 90 giorni dalla notifica, presentare una documentazione che dimostrasse l’errore della cartella all’ente creditore. Ente che a quel punto avrebbe avuto ulteriori 60 giorni per dare una risposta. Trascorsi “inutilmente” 220 giorni dalla dichiarazione iniziale, la multa sarebbe stata automaticamente annullata.