Futuro e libertà perde un altro pezzo: Barbareschi va al gruppo misto

Luca Barbareschi lascia il gruppo parlamentare di Fli alla Camera dei deputati. Aderirà al gruppo misto. Se ne va dopo mesi di tira e molla, ma è difficile che rientri nel Pdl dopo il no di Ignazio La Russa che aveva fatto lo schizzinoso: “Se arriva lui ce ne andiamo in 50″.

”Ho atteso fino ad oggi sperando che da parte del vertice di Futuro e Libertà ci fosse uno scatto di orgoglio, che ci riportasse allo spirito e soprattutto alle intenzioni di Bastia Umbra; viceversa constato ancora una volta che non si vuole affrontare il problema determinante, cioè come condizionare all’interno dello stesso centrodestra una nuova fase di governo e di come affrontare le nuove sfide del nostro Paese”.

“La mia pressante richiesta di chiarimento che va avanti da mesi – continua Barbareschi – è rimasta inevasa, mentre continuano sui giornali le accuse di tradimento e i peggiori strali verso coloro che esprimono dubbi o dissenso, dopo che sono stati eletti i vertici del nascente partito senza alcun metodo condiviso. Continua purtroppo il gioco di scaricare sugli altri le proprie responsabilita’, da una sinistra che dice che Berlusconi è il male peggiore a un corretto di Fli che dice che e’ tutta colpa dei soldi di Berlusconi e tenta una nuova piazza Loreto costruita su di un moralismo ridicolo, dimenticandosi che proprio tre mesi fa qualcuno si propose come vicepresidente del consiglio di Silvio Berlusconi. A buon intenditor poche parole e a proposito di coerenza. Questo modo di intendere la politica non mi appartiene, cosi’ come e’ distante dal mio modo di essere cercare soluzioni ai problemi politici per vie giudiziarie, chiedendo ai giudici di fare quel lavoro che non si riesce con la normale dialettica democratica”. ”A questo proposito mi sembra corretto l’intervento del Pd Rienzi. Abbiamo ottimi ministri. Tutto è migliorabile ma all’interno del centro destra con un patto verso gli elettori che dobbiamo rispettare. Ho dato a Fini passione e lealta’ per quasi vent’anni. Regalandogli rapporti con persone di ottimo livello e con i quali condividevamo un processo politico interessante e leale. Vorrei ricordargli che i pagliacci spesso fanno ridere ma sotto il trucco pesante si nasconde lealtà e sensibilita’ anche verso il piccolo circo a cui si appartiene. Basta sciacquare la faccia e il gioco e’ finito. I trasformisti invece rimangono vittime di una coazione a ripetere e uno dopo l’altro si libereranno dei loro compagni di viaggio. Il meccanismo lo conoscevo ma speravo non riaccadesse. Spiace”.

”I problemi che attendono il Paese sono pressanti, e lo saranno ancor più nei prossimi mesi, credo dunque che fuori da sterili contrapposizioni il mio contributo possa essere meglio espresso all’interno del Gruppo Misto, al quale voglio andare lasciando i colleghi di Futuro e Libertà, che hanno intrapreso una strada nella quale non mi riconosco. Lusinghe per non lasciare il Pdl ci furono gia’ a settembre, il mio passo indietro non è determinante alla luce di quanto sta accadendo, è solo un ulteriore segnale di un disagio diffuso. Dispiace lasciare tanti amici e compagni di viaggio con i quali avevo condiviso un sogno, che per quanto mi riguarda rimane sempre vivo ma se creato nell’area che ci appartiene: il centro destra”, conclude il deputato.

Lui che si definisce imprendibile come una Ferrari, è tra i fondatori di Fli, è stato l’inventore del nome del partito che dall’11 febbraio celebra il suo congresso fondativo. Poi è stato tentato da Berlusconi, corteggiato per tornare nel Pdl, ma alla fine Luca Barbareschi ha resistito fino a un certo punto: “Sto lì finché mi vogliono, mi cercano”, aveva detto.

Il 31 gennaio, aveva bussato alla porta di Villa San Martino ad Arcore per un faccia a faccia di un’ora con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Sembrava che Gianfranco Fini non sapesse niente dell’incontro e del disagio del deputato attore. In realtà qualche segnale di disagio già era stato lanciato: Barbareschi, la settimana scorsa, non ha partecipato al voto sulla mozione di sfiducia al ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi.

Poi aveva anche tirato qualche frecciata: «Vorrei capire se questo Terzo Polo può portare avanti azioni politiche comuni. Non si può essere solo un agglomerato. Fli ha molto più potenziale di tutto il Terzo Polo» . E adesso lo strappo: dov’è finito tutto il suo appoggio al presidente della Camera e quelle sue frasi contro i traditori? E dove le sue parole dal palco in Umbria alla convention del 6 novembre scorso dove si era pure commosso? «Io sono uscito allo scoperto ancora prima di Fini — aveva detto a Libero —, scontrandomi personalmente con Tremonti e Berlusconi. Nel film “Il Trasformista”criticavo il Pdl due anni prima di entrare in politica».

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