ROMA – Nascita e scomparsa in meno di due anni. Un flop politico ed elettorale targato Gianfranco Fini. Lo schiaffo elettorale di ‘Futuro e Libertà per l’Italia’ chiude, dopo appena due anni dalla sua nascita, l’esperienza parlamentare della ‘nuova’ destra di Fini che, pur non sciogliendosi, di fatto chiude i battenti in attesa di un azzeramento dei vertici e una ripartenza. Magari sotto altro simbolo e nome.
– FLI nasce come partito a Milano il 13 febbraio del 2011 dopo la frattura consumata tra finiani e Pdl alla Direzione nazionale del 22 aprile 2010 con l’ormai celebre frase di Fini a Berlusconi ‘Che fai? Mi cacci?’.
– il primo atto ufficiale si registra però il 30 luglio 2010, quando 33 deputati formano un nuovo gruppo alla Camera, seguiti il 2 agosto da un gruppo al Senato.
– Ad ottobre 2010, Fini, alla festa del Tricolore di Mirabello, suggella il divorzio da Berlusconi denunciando la persecuzione del dissenso nel Pdl che aveva deferito ai probiviri i suoi ‘luogotenenti’ Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio ‘scomunicando’ lo stesso Presidente della Camera. Il 29 settembre, tuttavia, i finiani votano la fiducia al governo Berlusconi in difficoltà nell’aula di Montecitorio.
– Sarà a Bastia Umbra che Fini al primo meet-up di Fli
– il 6 e 7 novembre 2010 – annuncia il ritiro della ‘sua’ delegazione dal governo. Chiede le dimissioni del premier e un nuovo esecutivo che arrivi alla fine della legislatura includendo l’Udc.
– Il 15 dicembre Fli aderisce al Nuovo Polo per l’Italia, coalizione che ha creato con l’Unione di Centro, Alleanza per l’Italia, il Movimento per le Autonomie ed alcuni esponenti liberali e repubblicani dando vita all’area dei ‘responsabili’.
– L’approdo successivo è nella coalizione Con Monti per l’Italia in vista delle elezioni politiche 2013. Fli presenta liste autonome alla Camera con capolista Fini in tutte le circoscrizioni, in coalizione con la lista di Scelta Civica e dell’Udc; al Senato, e nella Circoscrizione Estero sia alla Camera che al Senato, il partito di Fini invece presenta i propri candidati all’interno della lista unica Con Monti per l’Italia.
L’abbraccio con l’ex rettore della Bocconi è però fatale: Fli fallisce ogni quorum e lo stesso Fini rimane fuori dal Parlamento per la prima volta dopo quasi trent’anni di presenza ininterrotta. L’unico eletto è Mario Caruso, nella Circoscrizione Estero della Camera nella lista unica Con Monti per l’Italia. Al Senato sono eletti due senatori nella lista Con Monti per l’Italia: Benedetto Della Vedova in Lombardia e Aldo Di Biagio nella Circoscrizione Estero.