”Sarà un momento storico”. In casa Fli si scaldano i motori per la Convention di sabato 6 novembre a Perugia e, probabilmente, l’assise finiana rappresenterà – secondo i dirigenti finiani – un passaggio importante anche per la legislatura.
Il gruppo di Futuro e libertà,che giovedì accoglierà altri 4-5 parlamentari provenienti del Pdl, deciderà insieme a Gianfranco Fini se ”restare nel governo o dare soltanto l’appoggio esterno”. Una decisione che ”prenderanno gli iscritti dopo aver ascoltato il loro leader” e che potrebbe aprire una crisi di governo, afferma Carmelo Briguglio.
”Fini farà una proposta. Ci sarà una platea e a seconda delle reazioni decideremo”, spiega Italo Bocchino lasciando intendere che comunque nulla è stabilito a priori.
L’ultimatum. Il gruppo di Fli chiede ”segnali dalla Direzione Nazionale del Pdl” in programma giovedì 4 novembre a Roma. L’ultimatum ai ‘colleghi’ del centrodestra lo dà il viceministro Adolfo Urso: ”Sono tante le risposte che ci aspettiamo dal Pdl – tuona – Ci auguriamo che arrivino prima della convention di Perugia, non possiamo aspettare oltre”.
Insomma, per Fli, il ‘cerino’ è nelle mani di Berlusconi e la responsabilità di una crisi di governo dovrà assumersela lui. Concetto ribadito da Bocchino: ”Il governo deve governare – dice – Se Berlusconi non è in condizioni di farlo, lo dica al Paese, ai suoi alleati e al Parlamento”.
Il piano per il Sud. Il premier viene accusato della ”stagnazione di un esecutivo fermo al palo e che non si occupa dei problemi degli italiani”. Inoltre, trascura l’impegno di ”portare in Parlamento la riforma del fisco e il piano per il Sud”. ”Se si discute solo di federalismo per far contenta la Lega e di giustizia per far contento Berlusconi – sottolinea Bocchino – noi non siamo interessati”.
Una concessione alle richieste delle ‘colombe’ finiane che sperano in un rilancio della legislatura sulla base del programma. Carmelo Briguglio però non sembra disposto a trattare: ”Il tempo è scaduto e non possiamo condividere la responsabilità politica del governo Berlusconi-Tremonti-Bossi, con il quale abbiamo poco da condividere – dice – Dobbiamo separare il nostro destino da quello del premier”.
Il caso Ruby-Karima.Quanto al caso Ruby, a Fli ”non interessano le frequentazioni private del premier e di come impegna il tempo libero” ma- spiegano i futuristi – ”non bisogna fare un uso disinvolto di un ufficio così importante come quello di presidente del Consiglio”.
Quella sui gay, infine, viene definita da Urso come ”una battuta da osteria” del premier. Intanto, prosegue il passaggio di Fli da movimento a partito. Nella sede di FareFuturo viene presentato il simbolo: in alto c’è il nome di Fini su sfondo blu, mentre sotto c’è la scritta ‘Futuro e Libertà ‘ su fondo verde. A lato il tricolore.
”Questo fine settimana a Perugia inizia la fase costituente con la presentazione del ‘Manifesto per l’Italia’. A Milano il 14-15-16 gennaio – spiega ancora Urso – presenteremo il ‘Programma per l’Italia’ del nostro nuovo soggetto politico”.
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