Forza Italia, i 18 contro: Santanché, Ravetto… Berlusconi: Cassandre smentite

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Marzo 2015 - 18:23 OLTRE 6 MESI FA
Forza Italia, i 18 contro: Santanché, Ravetto... Berlusconi: Cassandre smentite

Forza Italia, i 18 contro: Santanché, Ravetto… Berlusconi: Cassandre smentite

ROMA – Per Silvio Berlusconi “Forza Italia è unita” e le “Cassandre sono state smentite“. Ma nel giorno in cui la Camera approva la riforma del Senato con 357  sì e 125 i no a tenere banco è il caso della lettera di dissenso sulla strategia del partito. L’hanno firmata in diciotto. Non disobbedienti, almeno non ancora, certamente malpancisti. Sono i 18 deputati di Forza Italia che non hanno capito il no di Silvio Berlusconi a una riforma, quella del Senato, che gli stessi uomini di Berlusconi hanno in parte non irrilevante contribuito a scrivere.

I 18. Tra i 18 della lettera l’unico a distinguersi è Gianfranco Rotondi. Da sempre un fedelissimo di Berlusconi che però oggi ha preso la parola e ha votato in aperto dissenso per il sì.
A dire no turandosi il naso sono stati Laura Ravetto, una fedelissima di Berlusconi, Daniela Santanché, Ignazio Abrignani, Luca Squeri, Gregorio Fontana, Luigi Cesaro, Marco Martinelli, Massimo Parisi, Giuseppe Romele, Luca D’Alessandro, Giorgio Lainati, Monica Faenzi, Carlo Sarro, Basilio Catanoso, Antonio Marotta, Carlo Mottola.

Diversa la posizione di Paolo Russo, assente dall’aula e che non ha firmato la lettera ma che ha contattato direttamente Berlusconi per spiegargli il suo dissenso.

La posizione di Berlusconi però è netta ed affidata ad una lunga dichiarazione.  Per lui non c’è spaccatura nel partito:

Le cassandre che sui giornali descrivevano il nostro come un movimento politico lacerato, diviso in mille fazioni e pronto ad esprimersi in ordine sparso, sono state smentite dal senso di responsabilità dei nostri rappresentanti”

 “So bene  che non è stato un passaggio facile. Ringrazio tutti i Parlamentari, i Deputati e il loro Capogruppo Renato Brunetta, che si è assunto il non facile compito di argomentare le nostre scelte e del quale ho condiviso l’intervento in Aula nei toni e nelle parole. Ringrazio anche i Senatori e il loro Capogruppo Paolo Romani, che qualche mese fa, con il loro lavoro, avevano contribuito al passaggio di un progetto a cui avevo, avevamo, fortemente creduto”.  

 “A chi oggi, pur votando contro, esprime perplessità sulla linea intrapresa dal nostro partito – aggiunge il leader di Fi – ribadisco quello che più volte ho già detto: non siamo stati noi ad interrompere un percorso virtuoso di condivisione, non siamo stati noi ad anteporre gli interessi di partito a quelli del paese, non siamo stati noi a forzare ed imporre scelte che avrebbero dovuto essere concordate”.    

“Abbiamo rispettato i patti fino in fondo – insiste Berlusconi – altri non possono dire lo stesso. Siamo fieri del nostro lavoro e dei nostri sforzi, ma non dobbiamo avere paure, o nostalgia per una strada ormai impercorribile”.    

“Oggi Forza Italia – afferma ancora – ha ripreso la sua autonomia e torna a fare opposizione a 360 gradi, come stabilito durante il dibattito negli organismi di partito e all’interno dei Gruppi Parlamentari che, all’unanimità, hanno fatto proprie queste scelte. Chi oggi ha ritenuto di dover esprimere le proprie riflessioni, avrebbe fatto meglio a farlo allora, condividendo con tutti noi i suoi spunti di dibattito. Oggi si apre una nuova era di centralità per il nostro movimento politico”.    

Berlusconi dedica un passo anche ai dissidenti. E non è tenero.

 

 “Mi auguro che tutti lavorino per portarla avanti con armonia – aggiunge Berlusconi – rinunciando a qualche protagonismo di troppo e a qualche distinguo dal sapore un po’ strumentale. Lo dobbiamo ai nostri elettori, che non vogliono un partito irretito né dalle sirene della nuova destra populista, né da quelle del falso riformismo della sinistra. Lo vogliono indipendente e protagonista, come lo è stato per venti anni e come sarà ancora in futuro”. 

La lettera dei forzisti dissidenti:

“Desideriamo rappresentarti il nostro profondo disagio e dissenso rispetto alla decisione di votare contro le riforme istituzionali all’esame della Camera. Siamo infatti convinti della bontà del percorso che era stato avviato con il cosiddetto ‘patto del Nazareno’, un percorso che ci aveva rimesso al centro della vita politica del Paese e che ci aveva consentito di partecipare ad un processo di riscrittura della Costituzione che per la logica fisiologia della politica non poteva che avere natura ‘compromissoria’”