ROMA – I forconi, “i lavoratori autonomi che protestano e quelli che lottano sono i veri ribelli contro la crisi”, tocca “a Forza Italia farsene carico”. Berlusconi voleva incontrarli, salvo poi ripensarci, Brunetta ci litiga, come è successo a Servizio Pubblico, salvo poi corteggiarli con un editoriale pubblicato sul “Mattinale”, il bollettino quotidiano diffuso dal gruppo azzurro a Montecitorio. E’ lo strano rapporto tra Forza Italia e i forconi, più o meno uniti.
“I lavoratori autonomi che protestano e quelli che lottano sono i veri ribelli contro la crisi. Tocca a Forza Italia farsene carico” è il titolo dell’editoriale pubblicato sul Mattinale. Dopo la premessa (“Spesso mal guidati e a rischio di infiltrazioni di violenti e di provocatori”) la difesa:
Costoro però sono espressione di un ben più vasto amalgama sociale messo ai margini del processo produttivo e dalla considerazione sociale, dopo essere stati a lungo identificati come i migliori interpreti del modello sociale italiano. Sono i lavoratori autonomi, i piccolissimi e piccoli imprenditori, gli artigiani, i commercianti di vicinato. I loro dipendenti. Il ceto borghese e piccolo borghese, se vogliamo adottare categorie che non sono solo economiche ma anche di status di vita e di valori di riferimento.
Poi il finale contro Monti e Letta :
Tocca a Forza Italia difendere questa gente che è la nostra gente, sia essa in piazza (una minoranza) sia essa ancora lì a lottare, ad arrabattarsi e a non dormire di notte per risolvere i drammatici problemi del lavoro e del credito della ditta. Il vertiginoso calo del potere d’acquisto del ceto medio iniziato con l’adozione dell’euro e proseguito con l’inasprimento fiscale di Monti e Letta (con il contributo e il falso ottimismo del ministro Saccomanni), ha provocato un crollo della produzione e del commercio: 10mila imprese chiuse nei primi 9 mesi del 2013 (Cerved) e 60mila negozi chiusi nei primi 10 mesi dello stesso anno (Confesercenti).
Questi fallimenti hanno portato il numero dei senza lavoro alla cifra record di 6 milioni, tra disoccupati e inattivi. Con un potere d’acquisto ridottosi della metà per effetto dell’euro e logorate da cinque anni di crisi che ha prosciugato il risparmio accumulato in precedenza, le famiglie non hanno più liquidità per effettuare acquisti e le imprese sono costrette a chiudere. L’impresa, come è noto, è attività rischiosa. Se l’imprenditore fallisce perde tutto. E’ completamente abbandonato dallo Stato. A differenza di un lavoratore dipendente, che può contare su un sistema di protezione solido, egli non riceve sussidi. Dobbiamo assolutamente essere – come insiste Berlusconi – coloro che non solo dialogano con i “forconi”, ma offrono una casa politica e strumenti di sana protesta e proposta ai milioni e milioni di persone che sono in questa situazione pesantissima, ed oggi sono delusi da tutti i partiti.