ROMA – Cosa sta succedendo nel centrosinistra, nel Pd? La candidatura Prodi alla quarta votazione per il presidente della Repubblica aveva sulla carta 495 voti, ma ne ha presi 395, esattamente 100 in meno. Chi sono quei 100? In 51 hanno votato Stefano Rodotà: vogliono un governo col Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
Subito tutti hanno pensato a Sel: ha 45 elettori. Ma Gennaro Migliore, del partito di Vendola, ha dichiarato: “Abbiamo segnato le schede, abbiamo tutti votato Prodi scrivendo R. Prodi”. Quindi quei 51 vanno cercati altrove, probabilmente nelle aree più filo-grilline del Pd, tipo i giovani che stanno trovando in Pippo Civati, che all’ora di pranzo ha incontrato Currò del M5S, un punto di riferimento.
Altri guardano alla cinquantina (e ormai sempre più) dei “renziani”, che oggi a Montecitorio filavano a testa bassa davanti ai cronisti e alle telecamere. Fonti del Pd sospettavano di uno scherzo del genere già da stamattina. Renzi poi è stato il primo a dire che la candidatura Prodi non era più in piedi.
Qualcuno ha poi voluto fare uno scherzo a Sel: in 45 – lo stesso numero degli elettori del partito di Vendola – hanno votato Rodotà scrivendo sulla scheda “S. Rodotà“. Ma i vendoliani si erano premuniti segnando le loro schede con “R. Prodi“.
Quello che è certo è che ci sono stati dei movimenti di truppe organizzati, e non dissenso in ordine sparso.
In 9 hanno deciso di votare per Anna Maria Cancellieri: vogliono evidentemente coinvolgere Monti nella scelta del presidente. O nella formazione del governo.
Infine, oltre ai 30 che hanno disperso il voto fra nulle, bianche e nomi sparsi, ci sono i 15 che hanno scritto sulla scheda Massimo D’Alema. Che potrebbe essere l’ultimo big del Pd da mettere in campo, recuperando una convergenza con Berlusconi. Il 20 aprile, giorno della quinta e della sesta votazione, è il 64° compleanno di D’Alema.