Frattini: "La Rai non è una priorità"

ROMA, 15 MAR – Il governo Monti si deve occupare di tutto ciò che direttamente o indirettamente mantiene alta l'immagine e la credibilità del Paese. Vale per riforme economiche, per la politica internazionale, per tutto ciò che occorre per uscire dalla crisi". Così Franco Frattini su 'il Riformista', sottolineando che "il core business del governo sono le misure anti-crisi. I partiti poi sono liberi di confrontarsi su tutto, ma di certo la riforma della legge Gasparri non è una priorità".

Ci sono, dice, "temi più urgenti" della Rai, come la riforma del mercato del lavoro: "Vedo la Rai più come un tema che attiene al confronto tra i partiti che come un punto dell'agenda di governo. Ha ragione Alfano: non si può vietare la discussione, ma forse non c'è tanta urgenza di affrontarlo nel vertice con Monti". Nei confronti del governo "il clima può facilmente rasserenarsi se tutti rispettano i patti. Monti si è presentato in Parlamento proponendo un patto per salvare l' Italia e farla uscire dalla crisi. E noi lo sosteniamo sulla base di questo obiettivo, pur consapevoli che questo governo è una esperienza inedita. Ma è chiaro che non può diventare lo strumento di chi ha perso le elezioni per sostituirsi a chi le ha vinte".

"Se vi è un sospetto che dietro una riunione ci sia un' idea di cambiare poltrone da parte di un partito politico che le ha sempre rivendicate, come il Pd, questo non è giusto. Si dica apertamente e con trasparenza ciò che si vuole e non si approfitti dello scherno di Monti per portare conflittualità su alcuni temi perché questi nuocciono al governo", aggiunge. "Monti lo indebolisce chi vuole politicizzarlo. Noi rimaniamo il partito che ha vinto elezioni e il Pd il partito che le ha perse. Chiediamo l' analogo rispetto che mostriamo". Secondo Frattini, "serve una cabina di regia politica dove si discutano tutti i provvedimenti prima che vengano presentati, con i ministri interessati e i segretari di partito". "Per esempio, oggi il governo ha chiesto un decreto integrativo sulle liberalizzazioni. Sarebbe stato meglio se avesse richiesto un tavolo di confronto preliminare per capire in che direzione il decreto deve andare", sottolinea.

Il discorso giustizia è invece "più semplice" anche se "è difficile che, col tempo che rimane, si possa varare una grande riforma della giustizia. Sarebbe inoltre un progetto troppo ambizioso per un governo che non nasce come politico". Infine, il rapporto con l'Udc: "Ora sono maturi i tempi per costruire assieme la Casa dei moderati. Ma Casini non deve avere l' approccio che o guida lui o non si fa. Dobbiamo guidarla insieme. Io credo che il percorso naturale sia un patto federativo per arrivare nel tempo al partito unico, attraverso una costituente popolare nazionale". Il silenzio di Berlusconi è, dice, "una scelta prudente. Tace perché sa che c'è una classe dirigente che sta provando a realizzare il sogno per cui è sceso in campo: la casa dei moderati".

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