Fuoco incrociato sul premier; gelo con colle, Bossi sfugge

ROMA, 28 LUG – L'impressione e' che Silvio Berlusconi non veda l'ora di andare nell'amata Sardegna, e lasciarsi alle spalle le tante 'grane' che assillano governo e maggioranza, nella speranza che sia il 'generale estate' a dare un po' di tregua alla maggioranza. Perche' non passa giorno senza che si apra un nuovo fronte: se non e' con la Lega e' con il Quirinale, o con le parti sociali, o Tremonti, o coi pm.

A palazzo Grazioli si respira sempre piu' l'aria dell'assedio. ''Ogni volta che si supera un ostacolo, se ne presenta un'altro, piu' alto e scivoloso'', ammette un fedelissimo del Cavaliere. In effetti, dopo la doccia fredda della richiesta di ''discontinuita''' recapitata dalle parti sociali, oggi e' di nuovo il rapporto fra Colle e palazzo Chigi a tornare burrascoso a causa, ancora una volta, delle sedi ministeriali al Nord volute dalla Lega.

Anziche' disinnescare la 'grana' – come peraltro aveva promesso al Quirinale – in Cdm Berlusconi si limita ad una ''informativa'' sul tema, invitando i ministri – tramite Gianni Letta – a ''riflettere'' sulle perplessita' del Colle. Ma per tutta risposta Umberto Bossi, lungi dal gettare acqua sul fuoco, ci mette il carico da novanta, replicando senza tanti complimenti al Quirinale che i ministeri al Nord sono e al Nord resteranno. Tanto che palazzo Chigi, dopo che il Colle pubblica la lettera in cui sostiene che il decentramento e' contrario alla Costituzione, e' costretto a diramare una nota in cui si riferisce del ''pressante invito'' rivolto dal Cavaliere ai ministri affinche' tengano in debito conto le osservazioni del Presidente della Repubblica. Ma il tentativo del Cavaliere si infrange contro le nuove bordate Senatur, secondo il quale la Carta non dice nulla sulla collocazione dei ministeri.

E poco importa se cio' dimostri la debolezza di Berlusconi che non riesce a tenere a freno l'alleato leghista o se nasconda (come sostengono in tenti) la volonta' del premier di mettere dei paletti, tramite il Senatur, a quello che un dirigente di via dell'Umilta' definisce ''l'eccessiva reazione'' del Colle che nel Pdl giudicano un po' ''pretestuosa''. Perche' il botta e risposta complica ulteriormente un rapporto, quello fra Napolitano e palazzo Chigi, gia' piuttosto burrascoso. Come dimostrano le parole del capo dello Stato che in mattinata aveva bacchettato la politica ''debole, divisa e incapace di scelte coraggiose''. Parole senza un destinatario preciso, ma che devono essere suonate come l'ennesimo rimbrotto alle orecchie del capo del governo.

Il quale ha gia' troppi fronti aperti. Lo descrivono di pessimo umore: un po' per il nuovo intervento al polso a cui dovra' essere sottoposto domani, un po' per i risultati non proprio brillanti di Mediaset (utili, ricavi e pubblicita' in calo), un po' per le tante incertezze sul suo esecutivo. La preoccupazione piu' grande resta quella di nuove inchieste giudiziarie che ormai, nel Pdl, danno per scontate e imminenti. Un assaggio di quello che potrebbe succedere si e' avuto in queste ore, con Giulio Tremonti finito nel mirino delle opposizioni per la vicenda della casa di Marco Milanese. Perche' se e' vero che il ministro dell'Economia ''non ha piu' un amico nel governo, a cominciare dal Cavaliere'', come riferisce un big del Pdl, e' altrettanto vero che – come dimostrano le fibrillazioni in borsa – bastano dei rumors su un suo passo indietro per far tremare i mercati. E infatti, in una lettera al Corriere, il 'superministro' chiarisce di non avere nessuna intenzione di lasciare via XX settembre. Ma non e' detto che non sia costretto a farlo. Ecco perche' nel Pdl la speranza e' che alla fine Milanese non faccia la fine di Alfonso Papa. ''Penso che la Lega avra' un atteggiamento diverso'', e' l'auspicio di un big di via dell'Umilta' secondo il quale nel Carroccio, cosi' come Pd e Udc, ''hanno capito che rischia di crollare tutto''.

Ma Berlusconi appare in difficolta' anche su altri fronti. Basti pensare a quanto avvenuto sulla nomina del 'responsabile' Elio Belcastro, per la quale viene convocato appositamente un secondo Cdm in serata: ma anziche' rimpiazzare Nitto Palma come sottosegretario all'Interno, finisce inaspettatamente all'Ambiente. Pare per la contrarieta' di diversi ministri, a cominciare da Roberto Maroni.

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