Inchiesta G8, De Lise si insedia al Consiglio di Stato: “Su di me attacchi infondati”

Pubblicato il 22 Settembre 2010 - 19:38 OLTRE 6 MESI FA

Pasquale De Lise

Pasquale De Lise si è insediato oggi al Consiglio di Stato. L’unico accenno alla sua vicenda personale che pochi giorni fa l’ha portato in procura, a Perugia, per chiarire i motivi di un versamento da 250mila euro in suo favore, l’ha fatto per via indiretta, al termine del suo discorso di insediamento, presente il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. ”Il nostro è un mestiere difficile: la collocazione centrale di noi giudici amministrativi nell’attuale contesto istituzionale, economico e sociale ci rende più esposti che in passato ai giudizi e alle critiche, e talvolta – ha sottolineato – anche ad attacchi del tutto privi di fondamento”.

Non una parola di più ha pronunciato Lise nel settecentesco salone di Palazzo Spada. Le spiegazioni le ha date quando si è presentato spontaneamente dai titolari dell’inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi ai quali ha lasciato carte e documenti per dimostrare che quei 250mila euro erano parte di una somma (circa un milione di euro) ricevuti all’atto della vendita di una villetta all’ Argentario alla figlia del noto avvocato amministrativista Franco Gaetano Scoca. Agli attacchi infondati – ha detto a conclusione del suo discorso di insediamento – ”possiamo rispondere con il nostro lavoro, con il nostro senso del servizio, tenendo sempre presente la necessita’ di dover ‘rendere conto’ in modo chiaro e trasparente del nostro operato”.

Il nome di de Lise nell’inchiesta di Perugia era emerso lo scorso marzo per un’intercettazione con l’ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici Angelo Balducci. Mai indagato, continua tutt’oggi a svolgere il ruolo di consultore di Propaganda Fide. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta gli ha dato un forte imprimatur, ricordando, nel corso della cerimonia, che la nomina di de Lise e’ stata ”sostenuta con convinta coerenza” dal governo, quale ”giusto coronamento di una carriera spesa al servizio delle istituzioni”.

Per il resto, le sette pagine di intervento de Lise le ha dedicate a temi di stretta attualita’ per la giustizia amministrativa: l’entrata in vigore, da appena sei giorni, del nuovo codice del processo amministrativo (una ”pietra miliare” posta col suo contributo, visto che lui stesso ha presieduto la commissione di esperti che hanno steso il codice, sul quale pero’ il sindacato delle ‘toghe’ amministrative, l’Anma, nutre forti dubbi anche per la mancanza di risorse); la rivendicata autonomia e indipendenza, finanche durante la dittatura fascista; la necessita’ che le ‘toghe’ di Tar e Consiglio di Stato facciano carriera ”evitando meri automatismi” e dunque sottoponendosi a verifiche periodiche anche sulla produttivita’, non senza ”una maggiore flessibilita’ dei carichi di lavoro”. E ancora: il richiamo ai giudici amministrativi a ”non cedere alle lusinghe dei media”, considerato anche il sempre crescente numero di pronunce su ”temi di grande attualita’, spesso anche di rilievo politico”. Infine una richiesta e un’assicurazione. La prima relativa alla necessita’ di maggiori risorse economiche per smaltire la gran mole di arretrato: de Lise ha sollecitato ”risorse ‘dedicate’, anche se in quantita’ modesta, da corrispondere a coloro che dimostrano maggior impegno nello smaltimento del lavoro oltre i carichi ordinari”. La rassicurazione e’ sulle riforme federaliste, che non trovera’ impreparati i giudici amministrativi e rispetto alle quali de Lise suggerisce di estendere le funzioni consultive ai Tar e di consentire alle regioni la nomina di alcuni giudici. Ipotesi questa molto apprezzata dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. (ANSA).