G8, Scajola non andrà dai magistrati a Perugia

Pubblicato il 12 Maggio 2010 - 18:27 OLTRE 6 MESI FA

Claudio Scajola

L’ex ministro Claudio Scajola non si presenterà all’audizione fissata per il 14 maggio davanti ai pm di Perugia perché, dopo le notizie sull’inchiesta apparse in questi giorni sui giornali verrebbe sentito “in una veste che parrebbe ormai solo formalmente, ma non già sostanzialmente, quella di persona informata sui fatti”. Lo afferma, in una nota, l’avvocato Giorgio Perroni, legale di Scajola. Secondo l’avvocato, l’audizione avverrebbe “senza, quindi, il rispetto delle garanzie difensive normativamente previste”.

Eppure l’ex ministro, poco prima che la situazione precipitasse rendendo indispensabili le dimissioni, aveva dichiarato di voler spiegare tutto ai magistrati, proprio nell’udienza fissata per il 14 maggio. “Parlerò ai magistrati e renderò conto in Parlamento”, diceva Scajola. Ora che però tutto è precipitato sembra che sia venuta meno anche l’urgenza di andare a Perugia dai pubblici ministeri.

Secondo il legale di Claudio Scajola, l’avvocato Giorgio Perroni, inoltre, la procura di Perugia è incompetente ad indagare sulla vicenda che coinvolge il suo assistito e anche questa è una ragione per la quale l’ex ministro non si presenterà, il 14 maggio, a deporre in qualità di persona informata dei fatti. “E’ mia convinzione – sottolinea infatti l’avvocato – che la Procura della Repubblica di Perugia non sia competente a conoscere di questa vicenda sia perché i fatti sono tutti, pacificamente, avvenuti a Roma, sia perché, in ogni caso, la competenza a giudicare il ministro Scajola sarebbe, eventualmente, di altro organo, ovvero a dire del Tribunale dei Ministri”.

L’avvocato Perroni, dopo aver sottolineato di essere andato stamani alla procura di Perugia e di aver avuto un colloquio con i pm titolari dell’indagine, spiega che “questo pomeriggio ho deciso di non far presentare il mio assistito, onorevole Claudio Scajola, all’audizione come persona informata sui fatti fissata per il 14 maggio, dandone comunicazione ai Magistrati”. Le ragioni di “questa mia personale scelta – aggiunge il legale – vanno rinvenute nella singolare situazione che, a mio avviso, si è venuta a determinare”.

E spiega: “ormai da giorni la stampa nazionale riporta quel che viene rappresentato come il contenuto di atti di indagine (testimoniali e documentali) concernenti la compravendita” dell’immobile di via del Fagutale, “di proprietà del ministro Scajola ed oggetto di investigazione da parte della Procura di Perugia. In particolare, secondo quanto riportato dai giornali, le persone sentite hanno riferito che il prezzo dell’immobile fu, per 900 mila euro, pagato con assegni circolari consegnati brevi manu alle venditrici dallo stesso ministro, tratti su un conto corrente intestato all’architetto Zampolini e la cui provvista era riconducibile all’imprenditore Diego Anemone.

Più di recente, poi – aggiunge l’avvocato – la stampa ha riferito che la Procura di Perugia sta indagando in ordine a preziosi favori che l’onorevole Scajola avrebbe, precedentemente alla compravendita de qua, elargito a Diego Anemone, facendo esplicito riferimento sia all’appalto concernente il cantiere del centro Sisde di piazza Zama a Roma, sia al rilascio del nulla osta di sicurezza, entrambi cronologicamente collocabili in un periodo in cui l’on. Scajola era Ministro dell’Interno”.

“Alla luce di tali notizie, che si dimostreranno non conformi al vero – sottolinea Parroni – non riesco obiettivamente a comprendere come la Procura di Perugia possa valutare di sentire l’onorevole Scajola in una veste che parrebbe oramai solo formalmente, ma non già sostanzialmente, quella di persona informata sui fatti. Tale situazione, a mio avviso – continua il legale – non è corretta su un piano tecnico processuale e mi determina un comprensibile stato di imbarazzo a consentire che la richiesta audizione avvenga secondo le modalità indicate e senza, quindi, il rispetto delle garanzie difensive normativamente previste”.