Renato Schifani (Ncd): “Su Gentile, Ncd non accetta patenti d’indegnità”

Renato Schifani
Renato Schifani (LaPresse)

ROMA – “Sul sottosegretario Gentile non abbiamo intenzione di accettare patenti di indegnità o di prestare il fianco a polemiche infondate. E’ in atto un’operazione mediatica e politica violenta, palesemente fondata sul nulla, e rispetto alla quale il Nuovo Centrodestra non si farà influenzare. Un’operazione che, è giusto ricordare, nasce da Il Giornale, a dimostrazione che noi siamo considerati i veri nemici di Silvio Berlusconi e non paradossalmente il Partito Democratico, che su questa vicenda cerca di scaricare i suoi malesseri interni”.

Lo ha dichiarato il presidente di Nuovo Centrodestra, Renato Schifani. “Invito, piuttosto, gli attuali detrattori del senatore Gentile – prosegue Schifani – a prendere visione dell’articolatissima querela che lui stesso ha tempestivamente presentato per denunciare i protagonisti di questa grande macchinazione. Nessuno può mettere in dubbio la trasparenza e la storia di Gentile, come dimostra il suo excursus politico con ruoli di prestigio quali la partecipazione alla Commissione Antimafia, al governo e fino a ieri all’Ufficio di presidenza del Senato”.

“Gli italiani si aspettano – prosegue l’ex presidente del Senato – che le forze di maggioranza si concentrino sulla ricerca di soluzioni immediate per uscire dall’emergenza economica e finanziaria del Paese, e non certo simili sterili dibattiti interni su chi abbia i titoli per far parte del governo, anche perché in questo caso il dibattito dovrebbe essere molto più ampio e non riguardare certamente soltanto una singola persona”.

A quanto detto da Schifani, fa eco Gaetano Quagliarello, coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra. “La polemica che si sta sviluppando intorno al presunto ‘caso Gentile’ denota superficialità e inconsapevolezza della corsa a precipizio che di questo passo si sta compiendo verso la barbarie e l’asservimento della politica a operazioni di altra natura”.

“Invito i colleghi del Pd – prosegue Quagliariello nella nota – a stare ai fatti. Al sottosegretario Gentile, senza che vi sia notizia di alcun suo coinvolgimento o interessamento, viene addebitata la mancata uscita in edicola di un quotidiano calabrese per impedire la divulgazione di una notizia riguardante suo figlio peraltro già riportata da altri organi di stampa locale. Vengono imputate a Gentile presunte pressioni sulla scorta di telefonate non riconducibili a lui e svoltesi invece tra terze persone in un contesto segnato da conflittualità, pendenze e situazioni molto pesanti dal punto di vista giudiziario”.

“Questo è il quadro, a fronte del quale il senatore Gentile ha presentato ampia querela contestando radicalmente la ricostruzione dei fatti, ha inviato tutta la documentazione al presidente Grasso e si è detto disponibile a ogni tipo di chiarimento in ogni sede. In un Paese normale – afferma ancora Quagliariello -, esponenti di partito che sanno cosa sia la lotta politica e a quale livello possano spingersi le manovre e le provocazioni, ci penserebbero su non una ma cento volte e come minimo approfondirebbero gli elementi di fatto prima di intraprendere una crociata come quella a cui sembrano appassionarsi alcuni colleghi del Pd. In caso contrario, non solo si creerebbe un pericoloso precedente, ma nel momento nel quale (a mio avviso giustamente) si difende in nome del garantismo la presenza al governo di persone oggetto di indagini, si darebbe prova di un autentico strabismo non rispettoso neanche del lavoro della magistratura che peraltro, al momento, vede il senatore Gentile come querelante”.

“Vorrei – aggiunge – che a nessuno sfuggisse il pericolo che si corre avallando a occhi chiusi, e senza alcun approfondimento dei fatti, attacchi mediatici di questo tipo. Attenzione: rischiamo di compiere un ulteriore passo verso l’imbarbarimento della lotta politica, che d’ora in poi sarebbe esposta alla merce’ di chiunque avesse la potenza di orchestrare mediaticamente un ‘caso’, a prescindere dal suo ancoraggio alla realta’. Questo e’ l’invito che rivolgiamo al Pd. Lo facciamo sul caso Gentile – conclude il coordinatore Ncd – come lo avremmo fatto per chiunque altro, di qualsiasi parte, si fosse trovato in una situazione del genere”.

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