Garibaldi bruciato in un falò: la Lega si imbarazza ma “Era solo un bandito”

SCHIO (VICENZA) – La vicenda è di tre giorni fa: i ‘venetisti’ hanno bruciato una sagoma di Giuseppe Garibaldi in un falò. Gian Antonio Stella sul ‘Corriere della Sera’ fa ora notare il “tiepido”, anzi tiepidissimo imbarazzo del Carroccio di fronte a un gesto così sprezzante, proprio nell’anno in cui si festeggiano i 150 anni dall’Unità d’Italia.

Il falò, tanto per ricordare, è stato fatto, scriveva il ‘Giornale di Vicenza’, davanti a 200 persone tra cui “numerosi consiglieri comunali, provinciali e regionali della Lega Nord ma anche della Liga Veneta per l’autonomia e di altri partiti” con l’aggiunta di sindaci del padovano e del veronese.

E qual è stata la reazione del Carroccio? Nel racconto di Stella si inizia con il governatore Luca Zaia: “Mi ritengo venetista ma bruciare una sagoma è un segnale a cui stare attenti. Dietro a una figura ‘c’è una persona’, non bisogna minimizzare e trasmettere messaggi sbagliati ai giovani”.

Un commento appunto “tiepido” ma certo più “politically correct” di quelli che seguono. C’è ad esempio quello del Presidente del ‘Movimento Veneti’ che, in una lettera al quotidiano locale ha spiegato esultante che il rogo “è solo una scintilla, dal 17 marzo aspettiamoci i fuochi d’artificio”. Firmato: Riondato Patrik.

Gian Antonio Stella ricorda anche che il giorno dopo il falò di Garibaldi, il deputato regionale Roberto Ciambetti aveva anche sdrammatizzato: “Sono arrivato più tardi e il rogo non l’ho visto. Però non vorrei si strumentalizzasse la cosa. È un gesto scaramantico, che vuole esorcizzare non la figura del generale che fu, per primo, bandito dagli stessi Savoia, quanto chi continua a negare dignità alle storie regionali”.

Infine Stella riporta l'”analisi storica” di Giorgio ‘Xorxi’ Roncolato, informatico alla Asl, consigliere comunale leghista di Arzignano e membro di “Raixe Venete” (radici venete) l’associazione che aveva acceso il falò: “Gli storici seri hanno dimostrato che Garibaldi era un bandito vissuto di espedienti e ladrocini in Sud America. E che anche i famosi Mille erano una accozzaglia di sbandati e predoni”.

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