Gasparri nel 2001 fermò vendita Raiway. Oggi ripete: Ho fatto bene

Gasparri nel 2001 fermò vendita Raiway. Oggi ripete: Ho fatto bene
Gasparri nel 2001 fermò vendita Raiway. Oggi ripete: Ho fatto bene

ROMA  – Correva l’anno 2001 quando l’allora ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri bloccò la vendita dei ripetitori Raiway ai texani di Crown Castle. La vendita che invece il direttore generale della Rai Claudio Cappon e il presidente Roberto Zaccaria volevano fortemente per poter sviluppare le trasmissioni in digitale terrestre.

La trattativa su Raiway fu un vero e proprio braccio di ferro fra il ministro del Governo Berlusconi e i vertici di Viale Mazzini. Secondo Cappon la vendita sarebbe stata “la polizza vita, un ‘assicurazione sul futuro della Rai”.Per il presidente Roberto Zaccaria “un affare”. Il ricavato sarebbe stato investito nei nuovi media, soprattutto nella tv digitale terrestre, nella telefonia Umts e avrebbe contrastato le mosse della concorrente Mediaset.

L’accordo con Crown Castel avrebbe portato alle casse della Rai qualcosa come 800 miliardi di vecchie lire. Gasparri bloccò l’operazione con un atto “giunto – secondo le parole dell’allora presidente Rai Roberto Zaccaria – deliberatamente nel termine ultimo previsto dal contratto, per cogliere gli eventuali profili di irregolarità”. Allo stop giunto dal Governo Crown Castel si sfilò in buon ordine “non volle – ricorda Zaccaria – cercare di ridiscutere al nostro fianco la decisione del Governo”.

Gasparri, a distanza di quasi 15 anni, rivendica quella scelta:

“Bloccai la svendita di Rai Way perché l’operazione nascondeva una manovra che avrebbe portato la Crowne Castel ad averne il controllo. Difesi un patrimonio pubblico. La Rai dell’ex presidente Zaccaria fece ricorso. Ma il Tar del Lazio respinse il ricorso confermando la validità del mio operato da ministro delle Comunicazioni. Tutelai gli interessi del servizio pubblico e il Tar mi diede ragione. Ora la sinistra ha messo la Rai nella necessità di reperire soldi e ha venduto Rai Way esponendola ai rischi del mercato”

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