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Gasparri, repetita iuvant: “Se cade il governo l’unica soluzione è il voto”

di Emiliano Condò |18 Agosto 2010 10:06

Maurizio Gasparri

Martedì la nota congiunta insieme a Fabrizio Cicchitto, mercoledì l’intervista al quotidiano Il Giornale: il presidente dei Senatori del Pdl Maurizio Gasparri non arretra e ribadisce che l’unica soluzione, in caso di caduta del governo, resta l’immediato ritorno alle urne.

”Dal 1994 ad oggi sono gli elettori a scegliere il nome del premier che guiderà il governo – ripete Gasparri -Per questo ipotizzare governi tecnici e manovre di palazzo è fuori dalla democrazia sostanziale”. Secondo il senatore ”Napolitano, che è impastato di valori democratici e non ha più niente a che fare col comunista di un tempo, sarà il primo garante dei diritti degli elettori”.

”Nessuno contesta che il potere di scioglimento delle Camere sia prerogativa del Presidente – precisa Gasparri – ma la sovranità del popolo è un principio che viene ancora prima della Costituzione, perché la fonda”, afferma.

”D’altronde, come ben sa Napolitano, i precedenti non mancano. Ad esempio quello del 2008: quando cadde Prodi si ando’ subito al voto”. Nel 1998, invece, ”il centrosinistra sfuggi’ il voto, e cosi’ facendo brucio’ quattro leader: Prodi, poi D’Alema, poi Amato e infine Rutelli, candidato premier nel 2001. A dimostrazione che a prendere strade traverse e non lineari non ci guadagna nessuno”.

Inoltre, aggiunge Gasparri, ”al Senato basterebbero i regolamenti per bloccare un simile governo”. ”Con Napolitano ho sempre avuto confronti rispettosi e leali”, sottolinea il senatore del Pdl. ”Ricordo che fui io a fargli notare, quando era ministro, che la norma sul voto degli immigrati nella legge Turco-Napolitano era incostituzionale, e lui riconobbe di essersi sbagliato. Nessuno è infallibile”.

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