Gavardo (Brescia), il segretario comunale che ha “ordinato” il buongiorno: “Era solo prevenzione”

Il sindaco Emanuele Vezzola
Il sindaco Emanuele Vezzola

“La mia è stata una misura preventiva, non ci sono maleducati in Comune. Ho anche voluto lanciare un messaggio perché da cittadino noto un decadimento della buona educazione”. Commenta così sulle pagine del Corriere della Sera il dottor Paolo Bertazzoli la sua decisione di firmare quell’ordine di servizio con cui i dipendenti del Comune vengono obbligati a salutare i superiori, le autorità e il sindaco «dicendo “buon giorno” o “buona sera” alzandosi in piedi”.

Le disposizioni, viene precisato, «valgono anche per la fiera campionaria» che sarà inaugurata sabato dal ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini e diverse altre autorità. E’ pensando a questo evento che il segretario generale del Comune Bertazzoli aveva scritto l’ordinanza.

Le reazioni. Le reazioni, quando il provvedimento ha raggiunto la stampa, non si sono fatte attendere. La Cgil di Brescia ha chiesto di ritirare subito il provvedimento. «I dipendenti comunali — dichiara la segreteria della Camera del Lavoro—non sono soldatini, il segretario generale non è il caporale di giornata e i sindaci non sono podestà. Se trattati come esseri umani e lavoratori portatori di diritti, anche i dipendenti del Comune non mancheranno in cortesia e gentilezza nei confronti di tutti e non solo delle autorità».

«Quello della Cgil è un punto di vista comprensibilissimo – commenta il segretario generale – che non tiene però conto dello spirito con cui è stata fatta l’ordinanza». Lo spirito, spiega Bertazzoli, 41 anni, era quello di invitare a essere più consapevoli che un sorriso non costa nulla.

“Solo prevenzione”. «Una prevenzione, non una cura», ha spiegato Bertazzoli, che racconta di aver scritto inizialmente un testo di due pagine. «Ma era troppo lungo, così l’ho condensato in 12 righe e inevitabilmente la forma ne ha risentito». Risponde così a chi contesta anche lo stile un po’ militare dell’ordine di servizio, secondo alcuni di “fascista memoria”.

Il sì del sindaco. «Un provvedimento — spiega—deve essere scritto in un certo modo, contenere delle regole. Non potevo mica scrivere soltanto “Si invitano tutti a essere gentili”». Condivide il provvedimento il sindaco Emanuele Vezzola (Pdl) che però non ne sapeva niente: «Se l’ha fatto—dice—avrà avuto un motivo. Non è comunque un obbligo ma un richiamo di tutti alla buona educazione. Tant’è vero che solo la minoranza si è fatta sentire».

Proteste, invece, sono giunte dall’opposizione: «Non c’è bisogno di insegnare l’educazione», fanno sapere in Comune, mentre tra i 61 dipendenti comunali nessuno si sente chiamato in causa.

Il prossimo ordine “sulla gentilezza”. Bertazzoli intanto ha già pronto il prossimo ordine di servizio: «Sarà un provvedimento di tipo anglosassone per dare indicazioni su come trattare il cittadino anche se lui non è gentile. Perché bisogna ricordarsi sempre che noi siamo pagati per servire la comunità». Motto centrale e frase standard del nuovo progetto sarà: «Buongiorno, in che cosa posso aiutarla?».

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