Genova, Musso: “Io come Monti, chiedo uno sforzo alla città”

Enrico Musso (Lapresse)

GENOVA – “Io garantisco un profilo più indipendente nei contenuti. Chiedo uno sforzo alla Monti per Genova”. A dirlo è il senatore Enrico Musso, candidato a sindaco di Genova per il Terzo Polo, in un’intervista a Il Secolo XIX. Musso spiega che Genova “non vive una condizione migliore rispetto a quella italiana e se ci sono delle cose, anche impopolari, da fare, bisogna farle”. Musso dichiara dunque di essere pronto a diventare il Mario Monti di Genova, per risollevare la città dai suoi problemi. Già nel 2007 Musso si era candidato a sindaco, ma perse contro Marta Vincenzi. Ora ci riprova ed i suo sfidante è Marco Doria, che “è certamente un’espressione di novità. Ma in quella coalizione (il Pd, ndr) rischia di essere trascinato in logiche miopi, di rinunciare alle sue idee e di scendere a compromessi”.

Musso comunque ammette che Doria non sarà un avversario facile: “Avrei preferito la Vincenzi: perché era giusto concederle di misurarsi con i genovesi alle elezioni vere e perché, secondo me, i genovesi l’avrebbero punita. Con Doria la sinistra può ricominciare e la sfida così è più viva. Mi confronterò con lui e balzerà agli occhi di tutti la differenza: io un tecnico civico, lui espressione di forze politiche”.

Al giornalista del Secolo XIX che gli chiede se la sua candidatura sia per ottenere una rivincita dopo la sconfitta del 2007, Musso risponde: “Chi la pensa così mi offende. Non c’è rivalsa, anche perché nel 2007 le cose erano andare bene: otteni molti più voti di quanto fosse prevedibile – e aggiunge – Oggi non solo ho la motivazioni, ma ho anche le carte in regola. Cinque anni fa, ora posso dirlo, peccavo di esperienza politica. Oggi sono un candidato migliore. Un sindaco migliore”.

Dei suoi trascorsi berlusconiami ricorda la delusione di aver “ingenuamente creduto” nel Pdl e nel suo programma liberale, abbandonato quando vide che !la rivoluzione liberale non partiva, che si parlava solo di leggi ad personam e che le cose in Italia peggioravano. Mi sono allontanato da Berlusconi quando era ancora saldamente al potere, mentre gli altri si avvicinavano…”.

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