GENOVA – Gli elettori di sinistra, che hanno votato a Genova per le primarie della loro coalizione, hanno indicato Marco Doria, col 46% dei suffragi, quale candidato sindaco per le prossime elezioni amministrative. Doria, 55 anni, docente alla facoltà di Economia dell’Università di Genova. si era presentato come indipendente, sostenuto da Sel, alle primarie che nella giornata di domenica hanno portato alle urne circa 25mila persone, 10mila in meno rispetto a 5 anni fa.
La grande sconfitta è stata Marta Vincenzi, il sindaco uscente dopo il primo mandato, che ha preso solo il 27.5% dei voti, e con lei è stato sconfitto il Pd, che non ha saputo
governare la divisione tra la stessa Vincenzi e la senatrice Roberta Pinotti, rimasta al 26.3% dei voti. Ora il Pd dovrà confrontarsi con i dubbi degli alleati di Italia dei Valori e Udc, pronti a schierare loro candidati.
Si tratta, riferisce Alessandro Galavotti dell’Ansa, di “un vero e proprio ”tzunami politico, come lo definisce il Pdl, che non ha ancora scelto il suo candidato per la corsa a
Palazzo Tursi ma che potrebbe trovare nuova linfa dal successo del Pisapia genovese”.
Si tratta di un ”terremoto”, come ammette lo stesso Pd, i cui vertici promettono ora una attenta ”autocritica interna”.
Dopo Milano, anche a Genova si conferma dunque il successo di un candidato che non appartiene al primo partito della sinistra e che vuole ”dare un taglio” al passato.
Appena noti i risultati delle primarie, Doria ha detto: ”Considero l’impegno politico come un servizio alla comunità, non cerco potere o privilegi, ma solo una soluzione ai problemi della gente”. Doria è stato iscritto al Pci e per tre anni è stato anche consigliere comunale, all’inizio degli Anni Novanta. Poi ha lasciato la politica, fino a quando l’appello di un gruppo di intellettuali e del “prete di strada” don Andrea Gallo lo ha spinto verso le primarie.
Ha detto ancora Doria: ”Ha vinto un modo diverso di porgersi nei confronti dei cittadini, che hanno bisogno di una politica diversa”, e nel non vuol sentire parlare di strategie di coalizione o di trattative per dare posti in giunta ai candidati sconfitti, ha commentato: ”Sono logiche da politica vecchia, è il popolo del centrosinistra che deve continuare ad avere la parola”.
Il sindaco uscente Marta Vincenzi, ancora frastornata dal risultato, ha detto: ”Non rimprovero niente a nessuno”, ma, e qui c’è il veleno, “ora si deve aprire una riflessione sui programmi avanzati, visto che al momento ho solo sentito dire dei no”.