ROMA – I vaccini fanno diventare i bambini gay. L’omosessualità è una malattia, e tutto si può curare con “l’urinoterapia“, in altre parole bevendo la propria pipì. Gian Paolo Vanoli è un filo-grillino, iscritto al Movimento 5 Stelle delle Lombardia. Non è quindi un parlamentare, né una voce “ufficiale” del Movimento, e questo va sottolineato vista la “peculiarità” di alcune sue tesi. Vanoli si definisce “giornalista investigativo (Albo speciale), specializzato da 40 anni in Sanità Consulente in Scienza della Nutrizione e Medicina Naturale”. Intervistato da Vice.com ha esposto le sue bizzarre teorie:
«Sono un attivista e mi sto attivando proprio per cambiare queste cose attraverso il Meetup Lombardia 5 Stelle. Lì c’è tutto il mio lavoro in questo senso. Porto sempre informazioni e idee per permettere a tutti una scelta consapevole e bandire così la piaga dei vaccini».
Nonostante le sue tesi non abbiano un riscontro scientifico, Vanoli tenta di spiegare cosa lega i vaccini e l’omosessualità:
«Quando il vaccino viene introdotto nel bambino, questo poi cresce e cerca di trovare una propria personalità, e se questa viene inibita dal mercurio o dalle sostanze vaccinali che si introducono nel cervello diventa gay. Il problema lo sentiremo soprattutto nelle prossime generazioni, perché quando abbiamo un omosessuale che genera una figliolanza questi si porteranno dietro il DNA dell’ammalamento del genitore. Perché l’omosessualità è una malattia, anche se l’OMS ha deciso che non lo è. Chissenefrega! La realtà è che è così. Ogni vaccinazione produce omosessualità, perché impedisce la formazione della personalità.È una microforma di autismo, se vogliamo. Vedrete quanti omosessuali ci saranno nelle prossime generazioni, sarà un disastro».
Dopo la pubblicazione su più quotidiani e siti delle tesi di Vanoli il M5S di Segrate ha preso le distanze con un comunicato ufficiale:
Ci corre l’obbligo inoltre di avvisare voi e i vostri lettori del fatto che il sig Vanoli ha nella sua intervista rilasciato dichiarazioni che nulla hanno in comune con i principi, le idee e il programma del M5S. In particolare troviamo molto offensiva la parte in cui viene definita l’omosessualità una malattia. Tali affermazioni contrastano radicalmente con quanto più volte il M5S ha dichiarato a riguardo attraverso i suoi portavoce. Non ci sembra corretto che il pensiero isolato di una persona, che si autoattribuisce un ruolo che nessuno gli ha mai affidato, nè a Segrate nè altrove, possa essere confuso con quello di un gruppo che da anni lavora al fianco di professionisti per elaborare percorsi virtuosi sul territorio.
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