OPERA (MILANO) – Giancarlo Galan, arrestato nella serata del 22 luglio nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Venezia sul Mose, è arrivato nel carcere di Opera, alle porte di Milano, attorno all’una della notte scorsa. L’ex ministro è stato trasferito in una cella singola nel centro clinico della casa di reclusione, una vera e propria struttura ospedaliera dentro il carcere, dove, da quanto si è appreso, ha trascorso in maniera tranquilla la nottata.
Il centro diagnostico terapeutico del carcere di Opera, dove vi sono una serie di ‘camere di pernottamento’ – questo è il termine tecnico – sia per ospitare un solo detenuto che per più detenuti, da quanto si è saputo è stato scelto in quanto in questo modo Galan può essere sottoposto a un monitoraggio sanitario permanente. All’ex ministro deve essere controllato il livello di glicemia ogni 4 ore, devono essere somministrate terapie per controllare le apnee notturne ed il diabete e deve rimanere con la gamba ingessata ‘in scarico’.
Il centro clinico di Opera, che è ben attrezzato (altri simili ci sono nelle carceri di Torino e Parma), è un presidio sanitario legato all’azienda ospedaliera San Paolo, dove invece anni fa è stato aperto un vero e proprio reparto di ‘alta sicurezza’ per il ricovero dei carcerati e dove per esempio ora si trova Bernardo Provenzano.
Il carcere di Opera è, da un lato, un carcere di massima sicurezza, nel quale sono detenuti anche molti presunti boss di mafia e ‘ndrangheta, e dall’altro è un carcere ‘modello’ anche per le attività lavorative che si svolgono al suo interno (alcuni ergastolani lavorano nei laboratori presenti nel penitenziario).
Ad Opera sono detenuti, di solito, anche soggetti che hanno commesso i cosiddetti reati da ‘colletti bianchi’. Ha ospitato l’ex manager dei vip Lele Mora, quando fu arrestato per la bancarotta della sua Lm Management. E sempre nel carcere a sud di Milano sono detenuti i presunti organizzatori della cosiddetta ‘cupola degli appalti’, tra cui Primo Greganti e Gianstefano Frigerio, arrestati lo scorso 8 maggio nell’inchiesta milanese con al centro anche lavori dell’Expo.
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