Quando il primo ministro Silvio Berlusconi legge i sondaggi che registrano il suo preoccupante calo di popolarità e consensi, c’è da scommettere che darà la colpa di tutto alla stampa comunista, che poi sono un po’ tutti i giornali, visto che tutti, ma proprio tutti, anche quelli più vicini a lui, anche se solo per difenderlo, hanno irritato gli italiani con le cronache delle sue prodezze sessuali.
Nemmeno lo sfiora il dubbio che, in realtà, la colpa Berlusconi deve darla solo a se stesso. Non tanto per le cronache amorose: ormai gli elettori, in tutto il mondo, sono maturi e consapevoli del fatto che altre sono le cose che fanno un buon politico, che la buona condotta coniugale e sessuale non è più condizione necessaria, men ce mai sufficiente.
Caduto il tabù dell’omosessualità anche grazie a politici di rilievo come Nichi Vendola in Puglia o Guido Westerwelle, ministro degli Esteri tedesco, resta il fatto che alla gente è sempre piaciuto un capo di governo dalla vita molto attiva. Clinton, nonostante lo scandalo Lewinski, sarebbbe stato rieletto se fosse stato possibile un terzo mandato.
E per parlare dei nostri politici, le liaisons di presidenti e capi di partito erano oggetto di chiacchiere diffuse anche in provincia e la gente e accoglieva con moderato compiacimento. Ci fu da destra qualche frecciata crudele sulla passione di Palmiro Togliatti per la avvenenza tutta italiana di Nilde Iotti, ma il tutto era stemperato nello humor garbato di Giovanni Guareschi. L’unico politico di rilievo che fu massacrato senza ritegno di Giovanni Leone, anche in base a voci diffamatorie e infamanti sulla sua vita privata.
Se vogliamo proprio vedere, nell’atteggiamento dei popoli verso gli usi sessuali dei loro governanti riaffiora la preoccupazione che ci ha angosciato per millenni: che il re fosse fertile e la successione fosse assicurata, garanzia di stabilità per lo stato, cui era interessato anche il più umile dei sudditi perché dalla mancanza di una chiara successione derivavano spesso conflitti il cui prezzo erano proprio i più deboli a pagare per primi.
Mussolini l’aveva capito e favoriva la diffusione di rumors esaltanti sulle sue performances. E a giudicare dai risultati elettorali anche a Berlusconi il sorriso ambiguo e un po’ losco di Noemi e le esagerazioni (dieci in una notte!) di Patrizia non hanno certo fatto male.
Sì, ma allora? Siamo arrivati a 400 parole e ancora non ci è stato detto cosa faccia male a Berlusconi.
Proviamo a dirlo con un riferimento di legge. Berlusconi ha violato l’articolo 121 del Testo unico delle leggi di pubblica di sicurezza del 1931 e ancora in vigore.
Be’, che c’entra? C’entra, perché l’articolo 121 recita letteralmente: “È vietato il mestiere di ciarlatano”.
Se volesse procedere a un accertamento per poi elevare la contravvenzione, il vigile urbano competente per territorio, cioè la zona di Saxa Rubra, dove negli studi Rai venne registrata nel 2001 l’imbarazzante gag da avanspettacolo, può documentarsi cliccando su questo spezzone di You Tube.
In precedenza avevamo caricato un altro pezzo di Youtube, per poi scoprire, mesi dopo, che era stato oscurato “a causa di ripetute notifiche da terzi su violazione del copyright”. Tradotto in latino vuol dire che la Rai era andata a oscurare l’imbarazzante bugia del suoi padron pro tempore.
Ora però il video è spuntato di nuovo fuori:
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