Non solo le pensioni d’oro. Vanno tagliati anche i vitalizi dei parlamentari. Per tutti limite a 5 mila euro (lordi, ndr), e sull’eccedenza si calcolano i contributi versati. È quanto chiede Fratelli d’italia, nel corso di una conferenza stampa alla camera con Giorgia Meloni e Guido Crosetto. Sul tema si entra nel vivo domani, in commissione lavoro, dove é prevista la discussione e il voto della proposta di legge a firma di Meloni.
Spiega Giorgia Meloni:
“In Italia ci sono 200 mila persone che prendono una pensione più alta di dieci volte la minima, più alta cioè di 5 mila euro al mese. Queste 200mila persone pesano 16 mld di euro l’anno sul sistema pensionistico. Di contro, qualche milione di italiani sta pagando i contributi non per la propria pensione, ma per i privilegi di qualcun altro. Vogliamo un sistema più equilibrato”.
Fdi é stato il primo gruppo a proporre un tetto alle pensioni d’oro, chiedendo la calendarizzazione in aula del testo nella quota riservata alle opposizioni:
“Noi prevediamo che per la parte che eccede i 5mila euro ci sia il ricalcolo con il sistema contributivo. Se sono stati versati contributi corrispondenti per prendere una pensione anche da 90mila euro, si continuerà a prenderla. Ma se non sono stati versati, come noi pensiamo che sia avvenuto nella quasi totalità dei casi, allora tutta la parte in eccedenza viene revocata e con quella si aumentano le pensioni minime e di invalidità”.
Non saranno esenti dai tagli gli ex parlamentari. Fdi ha presentato infatti un emendamento alla pdl, che allarga anche a onorevoli e a senatori il trattamento previsto per gli altri percettori di pensioni d’oro:
“Questo varrà soprattutto per i parlamentari della prima repubblica e della prima parte della seconda, quando bastava un giorno di legislatura per avere il vitalizio tutta la vita. Per gli eletti di recente è già in vigore (dal 2012, ndr) il sistema contributivo”.
A tal fine, la capigruppo Fdi alla Camera ha scritto ai presidenti Laura Boldrini e Pietro Grasso
“affinché se ne occupino gli uffici di presidenza, indipendentemente dall’esito che avrà la proposta di legge”.
Per l’approvazione della legge, Fdi si rivolge alle altre forze politiche. A cominciare da quelle guidate da Matteo Renzi e Beppe Grillo:
“Dimostrino che i partiti politici possono convergere su un tema giusto indipendentemente da chi lo ha presentato”.
Crosetto sintetizza gli effetti della proposta Fdi:
“Nessuno finirà per strada, perché si può vivere benissimo con 5 mila euro (lordi, ndr). Certo, creerà problemi alla classe dirigente italiana. Perché, non nascondiamocelo, tra i 200 mila percettori di una pensione superiore a 5mila euro, c’è tutta la classe dirigente italiana”.
Questo il testo della lettera alla Boldrini e a Grasso che Giorgia Meloni, ha inviato, in vista della discussione in aula della proposta di legge di Fdi sulle pensioni d’oro. Nella missiva Meloni spiega di aver
«presentato un emendamento alla proposta di legge a mia prima firma, che costituirà la base di discussione rispetto agli interventi normativi che si vorranno applicare alle pensioni d’oro, affinché anche gli organi costituzionali debbano, pur nel rispetto dei propri ordinamenti, applicare i principi volti a ridurre quei trattamenti pensionistici che siano stati adottati, ed operino, in deroga alla normativa generale in materia”.
“Dinanzi ad un tema così delicato- scrive Meloni – occorre che il nostro parlamento tutto agisca con senso di responsabilità, affinché le misure di equità sociale che queste proposte di legge intendono realizzare non siano a carico solo di alcuni cittadini ma anche dei membri del parlamento, troppo spesso tacciati di godere di immeritati e ingiustificati privilegi, che risultano maggiormente invisi all’esterno dei palazzi in un momento di crisi economica quale quello che l’italia sta attraversando. Mi riferisco con ciò alla necessità che lo stesso parlamento, e mi auguro che gli altri organi costituzionali vorranno seguirlo su questa strada, dia avvio a una procedura per la revisione dei vitalizi corrisposti ai deputati cessati dal mandato parlamentare, anche al fine di concorrere al finanziamento di misure di sostegno economico e sociale così necessarie alla nazione in questo particolare momento storico”.
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