Giorgio Napolitano firma due decreti: su Pubblica Amministrazione e su crescita

Giorgio Napolitano firma due decreti: su Pubblica Amministrazione e su crescita
Giorgio Napolitano firma due decreti: su Pubblica Amministrazione e su crescita

ROMA – Un decreto sulla Pubblica amministrazione e uno sulla crescita. Questi i due decreti firmati dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella serata del 24 giugno. Dopo aver bocciato il decreto sulla Pa, il governo ha presentato due decreti distinti al capo dello Stato, che li ha firmati.

Repubblica spiega che il governo ha scelto di spacchettare il decreto:

“Si è dunque optato per lo spacchettamento in due dl. In un testo dovrebbero essere confluite le norme più urgenti e meno problematiche, compresi i poteri speciali su Expo e Mose a Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione. Nell’altro, invece, dovrebbero essere andate le misure sulla competitività e lo sviluppo, che interesserebbe provvedimenti su ambiente, agricoltura e sviluppo”.

Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, la mattina del 24 giugno aveva rassicurato sulla decisione del Quirinale:

“E’ tutto finito, tutto a posto. Le cose sono andate avanti, al momento non c’è nessun problema”.

Alcuni dei contenuti sono cambiati, scrive Repubblica:

“Quanto ai contenuti, l’abrogazione del “trattenimento in servizio” che consente di rimanere per altri 5 anni dopo la pensione, e che secondo il premier Matteo Renzi dovrebbe liberare 15 mila posti, in tre anni, consentendo l’ingresso di altrettanti giovani (a costi inferiori), arriverà ma non per tutti. La misura infatti, per ora, non dovrebbe toccare alcune categorie, quali i militari e i magistrati.

Sia per gli uni che per gli altri infatti l’abbassamento dell’età che deriva dall’abolizione della misura, è spostata al 31 dicembre del 2015. I giudici sono stati protagonisti di una levata di scudi, paventando il rischio caos per la macchina giudiziaria, con oltre 400 posizioni, anche di vertice, scoperte senza un periodo adeguato di transizione. Per tutti gli altri statali invece l’abolizione del trattenimento in servizio scatterà il 31 ottobre”.

E ancora:

“Tra le altre questioni più dibattute, la mobilità obbligatoria che dovrebbe essere rimasta nel raggio di 50 chilometri per tutti i dipendenti pubblici. Lo stesso Lupi ha poi ricordato alcune norme legate alla semplificazione, come l’accelerazione delle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato entro 30 giorni. E l’inasprimento delle sanzioni, fino all’1% del valore dell’appalto per il quale si fa ricorso, in caso di liti temerarie. Dai sindacati intanto, scontenti per il mancato confronto con il governo, prima e dopo l’approvazione in Cdm, continuano a esprimere dissenso”.

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