Si dice contento per come è stato gestito e per i risultati che ha ottenuto il G8, quello che definisce «un successo per Silvio Berlusconi». Preferirebbe che in futuro venisse dato più risalto alle istituzioni internazionali, come quelle di Bretton Woods e le stesse Nazioni Unite. Sottolinea come per affrontare tutti insieme la crisi economica debba finire l’era “dei direttori” e si debba esigere uno sforzo congiunto del più alto numero di Paesi possibile. Infine Giorgio Napoletano, in una lunga intervista con “Il Corriere della Sera” arriva al punto: in Italia c’è bisogno che alla tregua del G8 segua un «clima più civile tra maggioranza e opposizione».
«Nell’insieme – ragiona il Presidente della Repubblica – l’Italia è uscita bene da questo G8 e penso che si sia espressa nel complesso una maggior consapevolezza e condivisione della responsabilità nazionale. Penso però – continua Napoletano – che si potrebbe costruire, e che sarebbe tempo di cominciare a farlo, non una impossibile pace, ma almeno un clima più civile, corretto e costruttivo nei rapporti tra governo e opposizione». Il che richiede «perlomeno, più senso della misura».
Il summit dell’Aquila dimostra che, aggiunge il Capo di Stato, «come ha scritto Sergio Romano sul Corriere , in certe occasioni il governo, piaccia o no, rappresenta l’intero Paese. Se ne esce a testa alta è una vittoria per tutti, se ne esce male siamo tutti sconfitti».
Sulle modalità di lavoro del G8 Napolitano si sente di fare un appunto: «Non può più funzionare – sostiene – la tecnica dei diversi ‘formati’ per cui il primo giorno ci si trova in otto e il secondo giorno il vertice diventa ‘più cinque’ o ‘più sei’, perché Paesi importanti come la Cina, l’India o il Brasile di oggi non possono accettarla. Ecco perché la soluzione vera sta nell’attribuire una maggiore rappresentatività ed efficacia alle istituzioni internazionali. Sia quelle di Bretton Woods (cioè innanzitutto il Fondo monetario internazionale), sia le stesse Nazioni Unite».