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Giorgio Napolitano: nessun limite al mandato di Presidente

di Marco Benedetto |6 Maggio 2013 2:31

Giorgio Napolitano: nessun termine anticipato

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non mette alcuna scadenza al proprio mandato e non ne fissa alcun limite. Dice:

” Ho legato la mia rielezione, come ho spiegato nel discorso di insediamento alle Camere, al raggiungimento dell’obiettivo delle riforme e anche alla capacità delle mie stesse forze. Ma nessuno certo è in grado di prevederne la durata, sia per l’uno che per l’altro aspetto”.

Le parole di Giorgio Napolitano, raccolte da Umberto Rosso, per Repubblica, suonano smentita alla previsione fatta da Pasquale Cascella, che ha appena lasciato la carica di portavoce del Presidente della Repubblica per candidarsi a sindaco di Barletta. Secondo Cascella, Napolitano non resterà al Quirinale per altri sette anni, ma, forse, “anche meno di tre“.

Provocato da Umberto Rosso, Napolitano replica:

“Tre anni? Ottimisti però, grazie tante”.

Osserva Umberto Rosso:

“Le ipotesi sull’addio già programmato rischiano di rimettere in moto l’altalena dell’incertezza e riaprire una lunghissima gara per il Quirinale”.

Napolitano ne conviene:

“No, non posso certo mettere una scadenza al mio mandato, fissarne un limite”.

Il resto della cronaca profuma di incenso e merita una citazione:

“Giorgio Napolitano nella sera tiepida di Capalbio, dove trascorre qualche giornata di riposo, scende adagio la scaletta in pietra del ristorante sotto braccio al suo vecchio amico Claudio Petruccioli, l’ex presidente della Rai”

e della Commissione Trasporti del Senato dove morì il disegno di legge che avrebbe dato un po’ di ossigeno ai giornali a spese di Rai e soprattutto Mediaset. Prosegue  Umberto Rosso:

“Rilassato, dopo i suoi cinquanta giorni più duri. Sorride, e ci scherza su.[…] Questa è una visita strettamente privata, il capo dello Stato per una volta non va veloce. Nel silenzio discreto della “sua” Capalbio, c’è tempo per una battuta ancora. […]

“Giornate relax, amarcord Capalbio, la Piccola Atene patria dell’intellighentzia di sinistra al mare fra anni Ottanta e Novanta. Da tanti anni Napolitano non tornava più, pure se è cittadino onorario, pure se ha preso casa in un complesso residenziale alle porte del borgo, pure se ci veniva ancora da prima e si sistemava con la famiglia alla Valle del Buttero dove ancora ricordano le sue epiche partite a bigliardino con i nipotini. Un tuffo nel passato. All’ Ultima spiaggia, lo stabilimento cult, a chiedere notizie a Adalberto Sabbatini, uno dei soci dell’arenile “rosso” che a sorpresa se lo trova di fronte in giacca e cravatta sotto la canicola: «Si fa vedere Asor Rosa? E viene ancora Marramao? E che mi dite di Tortorella? ».

“Chi più chi meno, stessa spiaggia stesso mare per i “comunisti” di un tempo. Occhetto invece no, ha lasciato la casa di Vallerana e si è spostato, e comunque Napolitano di lui non ha chiesto. «Ci tenevo tanto a tornare qui, guarda oggi che giornata, anzi vediamo com’è nei prossimi giorni il tempo», lanciandosi a scaricare le previsioni meteo dell’iphone («aggeggio infernale») come un villeggiante (quasi) qualunque.

“Capalbio, lo ha confessato al sindaco Luigi Bellumori, gli porta bene: venne qui il sabato prima della elezione a capo dello Stato nel 2006, ha voluto tornarci qualche settimana dopo la rielezione del 2013. «E ora che è finito il pressing, che si è scaricata tutta la tensione montata attorno al mandato bis — confida Petruccioli — beh, in questi giorni a Capalbio Giorgio mi sembra quasi rinato»”.

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