ROMA – “Le elezioni sono state una prova cruciale e difficile, ora ognuno faccia il suo dovere”. Queste le prime parole di Giorgio Napolitano che è stato rieletto presidente della Repubblica alla sesta votazione: alle 18.18 ha superato quota 504 voti e la Camera ha accolto la notizia con un lungo applauso. In tutto ha preso 738 voti.
È la prima volta dal 1946 che al Quirinale un capo dello Stato succede a se stesso. Stefano Rodotà, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Sel, è a 217 voti. 10 sono state le schede bianche, 11 le nulle, 19 i voti per gli “altri”, fra i quali il capitano Ultimo Sergio De Caprio e Francesco Guccini.
Al momento dell’applauso che ha salutato l’elezione di Napolitano, tutto l’emiciclo si è alzato ad applaudire tranne i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Questo ha causato dei litigi fra i grillini e gli altri elettori, provocando l’interruzione dello spoglio.
Quando la presidente della Camera Laura Boldrini ha letto i risultati del voto ed è arrivata ai consensi presi da Rodotà, il centrosinistra ha applaudito, mentre senatori e deputati M5S hanno gridato “Ro-do-tà! Ro-do-tà!”. Qualcun altro invece ha cantato l’inno di Mameli.
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